Un super-tavolo per la filiera del vino: un primo momento legato all’export assieme alla Farnesina, all’ICE ed alle rappresentanze delle organizzazioni di filiera; un secondo sulle strategie a lungo termine del settore del vino per un piano di sviluppo che partendo dalla sostenibilità e dalla diffusione delle digitalizzazione nel contesto rurale coinvolga tutta la filiera e amplifichi le potenzialità del vino italiano nel mondo utilizzando l’occasione del Piano nazionale di ripresa e resilienza che il governo italiano presenterà all’Unione europea nella prossime settimane. Queste le promesse del ministro alle Risorse agricole Teresa BellanovaVerrà avviato nei prossimi giorni, ho già parlato col ministro Di Maio» spiega)al primo incontro di wine-2-wine nel suo formato covid-free, ovvero tutto in digitale. Ma per il mondo del vino servono anche interventi più diretti per rispondere ad una delle grandi difficoltà messe in evidenza dalla ricerca di WineMonitor-Nomisma (qui il nostro articolo): la minor capacità di resistenza, e quindi di veloce uscita dalla crisi, delle PMI del settore. Li spiega Ettore Nicoletto, CEO di Bertani Domains, e presidente del Consorzio del Lugana (nella foto) : «Dobbiamo affrontare le debolezze emerse dal settore: serve una maggiore concentrazione delle cantine per aumentare la competitività del sistema Italia e la sua capacità di resilienza, vediamo chiaramente che a soffrire di più sono le realtà con fatturato inferiore ai 20 milioni€, abbiamo necessità di una politica che favorisca questo processo. Secondo elemento di sistema sul quale intervenire è il passaggio generazionale. La struttura delle cantine italiane è ancora troppo famigliare e questo è un fattore delicato, ma di grande tensione in questo momento storico. Rischiamo, se non si agisce per tempo, di veder scomparire brand importanti della storia del vino italiano o di perderne il controllo decisionale».