(articolo in aggiornamento) Inizia via web Wine-2-wine del Vinitaly con la relazione di Denis Pantini, dell’osservatorio sul vino di Nomisma che parte da una ricerca sul sentiment delle cantine italiane – il campione è formato da 160 imprese – che mette in evidenza il differente impatto della pandemia a seconda delle dimensioni delle imprese: se infatti appena il 10% delle cantine prevede di perdere fatturato in percentuale significativa, ben l’80% delle Pmi prevede di ritrovarsi a dicembre con questa prospettiva. Le cantine con fatturato sopra i 20 milioni€ sono più positive e per il 15% si attendono miglioramenti.

Dove si è cresciuti quest’anno? facile, nella GDO per il 51% del campione, e nell’online, per l’80%. Dove si è perso terreno? nelle vendite diretta (meno 55%), nell’export (meno 63% ma per le PMI si sale al 74%), nell’Horeca (meno 91 e meno 95%) e nelle enoteche (meno 75 e meno 86% per le PMI). In quali mercati si soffre di più? Tutti meno la Svezia (più 31%, ovvero una cantina su tre ha migliorato le proprie performance). Il resto del mercato è pesante: UK, meno 60%; USA, meno 61; Giappone, meno 52; Australia, meno 47; China, meno 47; RFG, meno 42; Russia, meno 37 e infine la Cina, meno 29%.

Quali sono state le condizioni per reggere alla crisi da pandemia? La proiezione all’esportazione (63% delle grandi imprese, 50% delle PMI); la multi-canalità (78 e 49% rispettivamente); la brand awareness (47% del campione complessivo); la forza del management (41%, ma si sa che il management forte si trova nelle aziende più grandi e strutturate) e infine nella diversificazione dei mercati (33%). Dove investiranno le cantine per tentare il rimbalzo? La parola chiave, dice Denis Pantini, è digitalizzazione: social media, più investimenti per il 61% dei big e per il 64% delle Pmi; vendite online, più 68 e più 59%; enoturismo, 44% per le big, 57% per le PMI; ingresso nella GDO, 30% per le big e 20% per le PMI che però spingono per una politica di scontistica, per il 18% del campione: «Questo sarebbe molto grave – sottolinea Pantini – perché vanificherebbe tutti gli sforzi fatti per veder crescere le quotazioni del vino italiano negli ultimi anni».

Quale sarà l’impatto della pandemia sul mercato nel suo complesso? Il Covid porterà in Italia ad una riduzione del numero dei ristoranti, bar e in generale l’Horeca, un locale su tre salterà per il campione di Nomisma; caleranno del 27% i consumi fuori casa mentre si avrà un incremento delle vendite online per il 26%. All’estero invece l’online crescerà del 33%, mente horeca e consumi fuori casa scenderanno in maniera analoga a quella italiana: rispettivamente, 30 e 23%.

Quali, infine, le leve per ripartire dal prodotto? e quali mercati saranno più sensibili alle diverse azioni. Questa è sicuramente l’analisi più nuova del lavoro di Denis Pantini. Vediamo nel dettaglio:

Sostenibilità, è la scelta del 35% del campione, mercato più interessato: USA

Vini biologici, è la scelta del 32% del campione, mercato più interessato: Germania

Premium wines, è la scelta del 28% del campione, mercato più interessato: Cina

Vini più leggeri, mixology, è la scelta del 26% del campione, mercato più interessato: Regno Unito

Sparkling wines, è la scelta del 26% del campione, mercato più interessato: Russia

Vini più strutturati, è la scelta del 19% del campione, mercato più interessato: Russia

Vini locali (autoctoni?), è la scelta del 19% del campione, mercato più interessato: Australia

Green packaging, è la scelta del 19% del campione, mercato più interessato: Regno Unito

Vini Rosé, è la scelta del 14% del campione, mercato più interessato: USA e Regno Unito

Vini “naturali”, è la scelta del 13% del campione, mercato più interessato: Giappone.