Maurizio Zanella è uno dei vignaioli che più hanno cambiato immagine e sostanza del vino italiano degli ultimi quarant’anni. Con la sua Cà del Bosco (dal 1994 fa parte del gruppo Santa Margherita) ha elevato lo standing della Franciacorta e, più in generale, del metodo classico del Bel Paese portandolo a livello dei tanti celebrati champagne. Al larghissimo pubblico è noto soprattutto per la Cuvée Prestige o per la preziosa Riserva Anna Maria Clementi, una bollicina con pochissimi rivali nel mondo.

Ma la forza di un metodo classico, oltre al brand e al carattere del suo proprietario, sta nella capacità di invecchiare e di saper appagare un winelover anche a distanza di tanti anni dalla vendemmia. E’ il caso di questa Vintage Collection 2011 Brut Franciacorta DOCG. La vendemmia è dunque di tredici anni fa; dopo la pigiatura la fermentazione avviene in piccole botti di rovere, per un massimo di cinque mesi. Il tiraggio (l’aggiunta della liquer per far partire la seconda fermentazione in bottiglia) è avvenuto nella primavera del 2012 mentre il dégorgement (ovvero la sboccatura) è dell’autunno 2015.  Dopodiché la bottiglia è rimasta per altri otto anni in cantina. Nel blend ci sono una ventina di vini base diversi provenienti da diverse parcelle dei vigneti di proprietà franciacortini; i vitigni sono quelli tradizionali: chardonnay, pinot bianco e pinot nero.

E’ un brut (lo zucchero è compreso fra i 6 ed i 12 grammi/litro) che dal 2017 è stato classificato come extra-brut con un livello ancora più ridotto di zuccheri (fra 0 e 6 grammi al litro). La coltivazione in Cà del Bosco è certificata in regime completamente biologico dal 2014, ma già nel 2011 erano in funzione politiche agricole di estrema attenzione all’ambiente naturale ed alle integrità del raccolto. Famoso il “lavaggio delle uve” per evitare di portare in vinificazione sostanze non naturali e la sboccatura in assenza di ossigeno: un brevetto di Cà del Bosco che consente di tutelare il vino senza aggiungere solfiti oltre a quelli naturali che raggiungono così livelli molto più bassi rispetto ai limiti di legge (60 milligrammi al litro contro i 185 ammessi per legge) a tutto vantaggio della digeribilità di questi Franciacorta.

Dopo tredici anni com’è allora questo metodo classico? Il colore è ovviamente più carico, quasi dorato; il perlage rimane molto fitto con catenelle di bollicine assai fini; al naso immediate e persistenti note di crosta di pane, crema pasticcera e nocciola. Il palato è un’autentica sorpresa con un ingresso di struttura, rotondo, e molto coerente con le sensazioni olfattive. Nonostante gli anni, è  molto fresco ed invitante alla beva. Sul finale tornano le note di frutta secca con una gradevole nuance finale di albicocca.