(di Carlo Rossi) Malbec, ovvero il vino-bandiera dell’Argentina. Per Roberto Cipresso “la bellezza del vino è il risultato contenuto in quel calice capace di svelare storie e segreti di uomini di un altro tempo”. Roberto è uno dei più grandi enologi internazionali e divulgatori del nettare di bacco, con un grande amore verso l’Argentina che ha contribuito  a far emergere insieme al suo grande amico Santiago Achaval sin dal 1999. Santiago Achával è originario di Rochester – Minnesota, USA, Roberto Cipresso è italianissimo di Bassano del Grappa; entrambi vantano un gigantesco bagaglio di studi, esperienze e successi nei rispettivi continenti di appartenenza, e per questo sono famosi in tutto il mondo.

Insieme a Manuel Ferrer hanno dato vita alla celebre cantina Achával- Ferrer e poi, nel 2010, a Bodega Matervini Spiega Cipresso:  «Negli anni ho seguito molte aziende italiane, dislocate in 20 diverse regioni e ho dedicato una parte significativa del mio tempo a consulenze per aziende estere, in Croazia, Brasile, Spagna (Maiorca, Ribera del Duero, Jumilla), Romania, America (CA), Perù, Turchia, Slovacchia, Cile, ma soprattutto Argentina (Mendoza e Cafajate). In Brasile, assieme a Galvao Bueno, ho collaborato nella sua Bellavista Estate a Bagè».

«La vitivinicoltura argentina cresce parallelamente alla cordigliera andina  – racconta – . E i vini sono molto diversi proprio a causa della natura geologia della formazione delle rocce sulle quali vengono coltivate le vigne. Un conto è “lavorare” su terreni di cordigliera che hanno mediamente quaranta milioni di anni, un altro su quelli dai quali ricaviamo il nostro Pachamama (madre terra in lingua quechua) fatto con Rafael Domingo Ho scoperto l’età della terra quasi per caso, grazie ad esami in profondità su carotaggi che stava facendo una impresa petrolifera in questi luoghi. Che meraviglia il responso dei geologi!».

Malbec Pachamama 2017, nasce in una terra di 450 milioni d’anni

Precordigliera la terra annovera 450 milioni di anni.  L’altro  plus importante è l’altitudine che fa giungere una luce più avvolgente, così intensa e molto più aggressiva al punto di accelerare il metabolismo della vite conferendo all’uva spessore e pienezza. Talmente intensa che l’uva riesce veramente ad accelerare la maturazione.

Aggiunge Cipresso: «Il malbec risulta migliore qui a Cafayate rispetto a Mendoza perchè questo vitigno ha la caratteristica di via via adattarsi al nuovo terroir, che concede nuove caratteristiche che poi ritrovi nel bicchiere: carattere, identità, sapore intenso, eleganza». «I disegni in etichetta sono stati scoperti proprio nel vigneto e nel fiume a fianco ci sono mortai abbandonati dalle popolazioni indigene che vivevano in questa valle. Pensa: di qua dal fiume ci siamo noi, di là Michel Rolland. Una terra benedetta per il vino».

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Malbec Pahamama 2017 nasce a 2.200 metri di quota nella regione di Salta, a Nordest dell’Argentina, a Quebrada de la Flecha in Salta. Imbottigliato nella cantina Domingo Molina, dopo dodici mesi di affinamento in barriques di rovere francese, si avvale della decisiva collaborazione dell’enologo Rafael Domingo. Importatore esclusivo per l’Italia è Via Dell’Abbondanza di Camogli , di Federico Bruera.

La degustazione è stata affidata, alla cieca, ad un panel di millenial, la nuova generazione di winelover. Queste le loro note:

Sofia 21 anni: vino morbido, intenso, caldo, inizialmente delicato, colore buio, profumi primari di mela, ciliegia; Giovanni 23 anni: vino carnoso, speziato, profumato di mirtillo, affumicato, speziato, floreale; Nahuel  27 anni: vino pieno, gustoso, saporito, profumo primario di vaniglia e spezie; Mirko 24 anni racconta che non ha mai provato una esperienza del genere, un vino che riempie di gioia; Maria Chiara 21: un vino che ha il colore buio  della notte, sapori primari di piccante e vaniglia, texture fitta con tannini gentili. Un vino marcatamente identitario.

Un risultato estremamente interessante che la dice lunga sulle potenzialità del vino nelle nuove generazioni se sorretto da una narrazione e da contenuti non convenzionali.