(di Giordana Talamona) È consigliere Assoenologi della sezione Puglia Basilicata e Calabria e delegato Assoenologi Basilicata, oltre a lavorare come responsabile di produzione delle Cantine Paternoster in Basilicata e Masseria Surani in Puglia della Famiglia Tommasi. Fabio Mecca, enologo oramai di lungo corso nonostante la giovane età, con all’attivo svariate consulenze dalla Toscana alla Calabria, fa una riflessione di buonsenso sui provvedimenti presi dal Governo sull’emergenza Coronavirus: “Capisco che non sia semplice gestire e dare risposte a tutti in questa difficile crisi, ma forse bisognava avere un po’ più di coraggio e chiudere tutte le attività sin dall’inizio. Sono perplesso anche sui provvedimenti economici, perché le imprese agricole hanno bisogno di accedere al credito in maniera più semplificata, oltre ad avere rapidamente gli aiuti PAC del 2019 (Politica Agricola Comune, ndr)”.

Di fatto il Decreto Cura Italia prevede un fondo di 100 milioni di euro a sostegno delle imprese agricole, l’aumento dal 50% al 70% degli anticipi dei contributi PAC a favore degli agricoltori per un valore complessivo di oltre un miliardo di euro e la cassa integrazione in deroga per tutti i lavoratori agricoli.

Il Covid-19 rischia di dare un colpo mortale all’economia della Basilicata, una regione da 4000 ettari vitati, che produce 178mila ettari all’anno tra rossi, bianchi, rosati e spumanti. La zona di maggiore rilievo per il vino è quella del Vulture, a nord di Potenza, dove si produce l’Aglianico del Vulture Doc e l’unica Docg della regione, l’Aglianico del Vulture Superiore.

I segnali dai mercati esteri, conferma Mecca, sono tutt’altro che rassicuranti per questa regione: “E’ tutto bloccato, purtroppo. La Basilicata ha denominazioni molto piccole e poco conosciute, con mercati esteri non altamente differenziati, quindi rischiamo di pagare un prezzo più alto rispetto ad altri territori. Se consideriamo l’Aglianico del Vulture, essendo la Denominazione maggiore della regione, il pericolo è costituito dall’abbandono dei vigneti. Alcuni produttori e conferitori mi hanno già paventato questa scelta dettata dalla necessità. Si tratta di uno scenario a cui non voglio neanche pensare, perché costituirebbe un doppio danno, sia per l’economia che per il territorio. Ecco perché ribadisco che occorre un concreto aiuto economico prima possibile”.

Mecca chiude con una consapevolezza sul post Coronavirus: “Credo che il mondo non sarà più lo stesso per molti versi, tanto che anche stringersi una mano avrà un valore diverso. Oggi è necessario rispettare le regole di sicurezza, ma ritengo importante continuare a lavorare in agricoltura per essere pronti al rilancio del nostro settore”.