(di Enzo Russo) All’Expo di Parigi nel 1900 la Cantina Cleto Chiarli conquista un premio importante, la Mention Honorable, presentando il miglior Lambrusco Sorbara di sua produzione (una bottiglia dell’epoca è ancora oggi conservata nell’archivio storico dell’azienda). Nel 2022 a 122 anni dal successo di Parigi la storia si ripete: a Londra al concorso The Champagne & Sparkling Wine World Championship, il campionato mondiale dei vini spumanti, il Lambrusco Sorbara “Vecchia Modena Premium” 2021 di Cleto Chiarli, medesima etichetta dell’esemplare del 1900,viene premiato come migliore spumante rosso del mondo su oltre mille in gara. Una vittoria importante e da incorniciare perché tra i partecipanti nelle varie categorie erano presenti i più noti e importanti produttori di vini spumanti al mondo come Dom Perignon, Pommery, Ferrari, Berlucchi, Cà Del Bosco e tanti altri. Questa affermazione a livello mondiale premia l’eccellenza italiana e l’Azienda Chiarli per gli sforzi fatti nella sua lunga storia per la valorizzazione del Lambrusco.

Incontriamo Anselmo Chiarli a Castelvetro  nella tenuta storica di Villa Cialdini circondata da vigneti Grasparossa che ben lega l’attività al forte legame con il territorio. La cantina è una moderna struttura arredata da attrezzature di ultima generazione dove si producono Lambrusco Sorbara e Grasparossa di Castelvetro che, nella sala assaggi, possono essere degustati nelle loro diverse tipologie con abbinamenti gastronomici della tradizione modenese.

Se lo aspettava un simile risultato, il suo Lambrusco Sorbara eletto campione del mondo?

“Che il Sorbara sia un vino con caratteristiche particolari e che possa esprimere livelli di qualità molto alti è un dato di fatto ormai riconosciuto diffusamente. Quello che mi ha piacevolmente sorpreso è che questo riconoscimento sia stato attribuito da una giuria internazionale che generalmente ha preconcetti nei confronti del Lambrusco per la semplice ragione che, purtroppo, ancora oggi la quasi totalità di questo vino è presente sui mercati con caratteristiche che lo confinano in una categoria di vini non meritevoli di particolare attenzione a causa della bassa gradazione alcolica, l’elevato contenuto zuccherino, una spuma inconsistente e anche un prezzo molto basso. In sostanza sono ancora pochi coloro che all’estero conoscono i vini della famiglia Lambrusco nella loro realtà autentica come li beviamo noi in zona di produzione. Mi riferisco ai Lambruschi DOC (Sorbara-Grasparosa-Salamino) che, seppure con le loro diversità, hanno tutti alcune caratteristiche comuni e cioè di essere vini rossi e rosati, secchi, con buona acidità, spiccati profumi, freschezza e sempre frizzanti o spumanti. Il progenitore della famiglia del Lambrusco è il Sorbara, vitigno sicuramente autoctono, che si distingue per la sua finezza, eleganza e profumi su cui spicca la viola e che grazie anche alla sua elevata acidità si presta ad essere elaborato oltre che con il metodo Charmat anche con il metodo classico molto spesso con risultati eccezionali. Che una giuria internazionale prestigiosa e competente abbia giudicato il nostro Sorbara il miglior spumante rosso del mondo, mi fa molto piacere”.

Capita sovente di assaggiare bottiglie di Sorbara con caratteristiche diverse tra di loro come colore intenso o molto chiaro, acidità più o meno spiccata, sapore molto secco oppure morbido fino a sfiorare l’amabile. La Chiarli evidentemente è riuscita a trovare un equilibrio ottimale visto il giudizio della giuria.

“Quando l’enologo si accinge a produrre vino deve avere l’attenzione e la sensibilità di rispettare rigorosamente tutte le migliori caratteristiche presenti nell’uva. Nel caso dei vini Cleto Chiarli tutte le uve provengono esclusivamente dai nostri vigneti che sono stati sviluppati ed ammodernati nel tempo dando continuità ai cloni originari che fortunatamente abbiamo conservato e che oggi rappresentano un patrimonio determinante per ottenere Lambrusco con caratteristiche più aderenti alla tipicità del vitigno di appartenenza. Oggi il Lambrusco viene prodotto in larghissima parte con il metodo Charmat. Questo tipo di processo consente alcune “divagazioni” che possono sensibilmente modificare le caratteristiche del prodotto finale. Anche in questa fase l’attenzione dell’enologo deve essere massima per non distaccarsi dalla tipicità vera insita nel vitigno. Credo che anche nel caso del Sorbara premiato siamo riusciti ad ottenere tutto ciò e questo sicuramente è la ragione del risultato”

Sarà pur vero che la fantasia non manca nella produzione di lambrusco ma certamente alla base ci sono la ricerca e sperimentazione per fare un buon Lambrusco Sorbara di qualità che vi sta dando soddisfazione e prestigio.

“L’attività svolta da mio fratello Mauro, che si dedica a tempo pieno alla attività agricola, è stata fondamentale. Per oltre 20 anni Mauro ha selezionato i cloni originari presenti nei nostri vigneti e li ha ricollocati negli appezzamenti più adatti delle nostre aziende agricole. Il risultato è stato oltre ogni aspettativa e oggi disponiamo di uve Sorbara, Grasparossa e Pignoletto non solo di qualità ma che rispettano totalmente la tipicità del vitigno. Nel 2001, abbiamo costruito una nuova e moderna cantina, infine ci siamo avvalsi di bravi enologi, professionalmente preparati.  I risultati ottenuti sono il risultato di tutto questo, del lavoro, della passione ed esperienza di tutti i nostri collaboratori, del rigoroso rispetto dei principi e valori principi tramandati dalle generazioni che ci hanno preceduto.

Perché a Parigi e poi a Londra il successo del Sorbara?

“Tutte le varietà Lambrusco DOC Sorbara, Grasparossa e Salamino possono dare, se prodotti correttamente, vini di grande qualità e di uguale rango. Poi l’apprezzamento ed il giudizio del consumatore o dell’assaggiatore fanno quasi sempre i conti con il gusto personale. Per rispondere alla sua domanda: perché a Parigi e Londra il Sorbara? Le rispondo che forse è stata una coincidenza”

Finita l’intervista, Chiarli ci propone un pranzo con un menù della tradizione modenese: gnocco fritto con prosciutto crudo, ravioli al burro, coniglio fatto andare  in padella, veramente speciale e crostata, il tutto accompagnato dal campione Lambrusco di Sorbara, un vino che si è fatto gustare a tutto pasto, confermando le sue doti esprimendo le migliori qualità organolettiche, superbo, ricco di profumi, giovane e fresco che ha gratificato il palato. Degustandolo ci si accorge che è un vino che va incontro alle nuove tendenze del buon bere e per le sue caratteristiche si pone tra le bollicine che vanno tanto di moda negli Happy Hour. Nella foto: Tommaso Chiarli figlio di Anselmo, mentre viene premiato a Londra.