(di Bernardo Pasquali). Un’indagine Nomisma, confezionata dall’Osservatorio Packaging del Largo Consumo, ha definito l’impatto che, un packaging ecosostenibile, ha sulla decisione all’acquisto. I dati sono molto confortanti e gli italiani sono molto cresciuti nella loro sensibilità ambientale: il 61% è disposto a modificare le abitudini di acquisto per ridurre l’impatto sull’ambiente. Per il 43% il fattore packaging, è determinante. Le nuove generazioni, in particolare, stanno condizionando anche gli acquisti dei MIllenials e dei Baby Boomers. Secondo l’80% degli italiani, si può veramente fare la differenza nelle piccole azioni quotidiane per migliorare l’ambiente. L’acquisto responsabile allo scaffale, scegliendo confezioni facilmente riciclabili, ne rappresenta una importante.

Il 31% degli italiani preferisce prodotti a basso impatto ambientale. La confezione ha un ruolo determinante. Nel 2019, i valori della sostenibilità (uso di materiali riciclati, uso di fonti energetiche rinnovabili, reddito giusto per i lavoratori) si riflettono in maniera significativa, sulla crescita delle vendite fino a quota 6,5 miliardi di euro. Aumentano anche le vendite dei prodotti con certificazioni UTZ (+22%), Fairtrade (+5%), Friend of the Sea (+3,1%), BIO (+2,9%).

Il materiale usato per l’imballaggio fa la differenza per il 27% dei consumatori.Purtroppo.però, rimane ancora una cifra importante di italiani, circa il 67%, che non condividono il differenziale di costo di un prodotto dovuto all’uso di materiali riciclabili. Si tratta di un processo che si potrà superare solo grazie a campagne informative, sia da parte delle aziende, sia da parte degli organi istituzionali.

Un esempio concreto di passaggio dalla plastica al riciclato è quello del Minestrone della Valle degli Orti. La riduzione dell’impatto ambientale del nuovo packaging è infatti sensibile: grazie all’ecobag si stima una diminuzione di più del 70% di plastica e di circa il 40%* di CO2 prodotta rispetto alle confezioni precedenti.

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