Quanto vale oggi scrivere il nome Italia in etichetta? Da quanto emerge dall’ultimo rapporto 2019 dell’Osservatorio Immagino di Nielsen GS1, vale molto e sempre di più! Dove le etichette diventano “clean” nel numero di ingredienti sempre più ridotti, accrescono sempre più il loro valore parlante. Cominciano ad affiorare sempre più termini che parlano di sostenibilità, assenza di chimica, riciclabilità ecc… Aumenta anche la citazione del territorio, non solo la nazione, ma le regioni, le città e i microterritori. In molti casi addirittura c’è chi le etichette le fa diventare delle mappe gps, con tanto di georeferenziazione dei campi, e QR code che aprono webcam puntate sulle coltivazioni 24h su 24.

La bandiera non tira più?

Sono oltre 19.000 i prodotti che evidenziano esplicitamente l’origine italiana. Il giro di affari complessivo si aggira intorno ai 7,1 miliardi. Si nota un rallentamento del fattore determinante della bandiera stampata in etichetta. I prodotti con questa soluzione infatti hanno rallentato parecchio le vendite con un incremento solo dello 0,7%. La dicitura 100% Italiano, invece, ha ottenuto un consenso di pubblico molto importante, con un incremento del 3,5% di vendite. In assoluto, comunque, i prodotti con la bandierina tricolore, rappresentano ancora il 14,5% del totale e si posizionano al primo posto, mentre quelli con 100% Italiano, al secondo posto, con un più stringato 6,2%. Incredibile, invece, come la dicitura Prodotto in Italia, sia addirittura calata di uno 0,6% nelle vendite. Sapete chi traina il claim 100% Italiano? Gelati, merendine, pasta, prodotti avicunicoli, pasticceria e affettati.

Meglio DOP e DOCG

Se i prodotti con la dicitura IGP (Indicazione Geografica Protetta) hanno subito una contrazione negativa dello 0,3%, dovuto alla minor vendita di mele, salumi, affettati e aceto, il consumatore ha dato fiducia ai prodotti DOP e DOCG. Il + 3,5% della DOCG è legato al maggior consumo di vino; l’1,8% in più delle DOP, invece, è legato alla vendita soprattutto di formaggi tipo grana, da tavola, arance, aglio, pomodori e cipolle confezionate.

Il Trentino – Alto Adige conquista la vetta!

Quanto vale il nome di una regione in etichetta? Il valore è 2,34 miliardi di euro con un incremento delle vendite del 2,6% nel 2019. Delle oltre 19.000 referenze rilevate dall’Osservatorio Immagino, il 10,8% rappresenta prodotti regionali.

La regione che vince ancora una volta è il Trentino Alto Adige con il più alto giro di affari con l’1,2% di valore e l’1,3% di quantità di prodotti in vendita. Al secondo posto il Piemonte che cresce del 3,1% grazie a carne bovina, succhi di frutta e gelati; al terzo posto l’Emilia Romagna con un +1,3% di vendite grazie soprattutto a succhi e merendine. La Toscana è quarta e cresce de 2,2% grazie a vino, acqua, latte, passate di pomodoro e olio extravergine di oliva. Forte la crescita del Veneto soprattutto grazie a spumanti Charmat secchi e vini che arriva al quinto posto con un +6,8%. una sola regione rimane negativa: l’Abruzzo con un -2,6% dovuto soprattutto al dato negativo del mondo vino.

Bernardo Pasquali