“È stato un 2019 in crescita per il Grana Padano, che si conferma il prodotto DOP più consumato al mondo con un totale di 5.164.759 forme prodotte (+4,70% rispetto al 2018), di cui 2.051.125 destinate all’export (+4,38%). Numeri incoraggianti che però dobbiamo leggere alla luce della situazione attuale. A causa dell’emergenza Covid-19, siamo chiamati a riflettere sul cambiamento delle tendenze rispetto agli stili di vita e sul fatto che per il 2020 prevediamo risultati ben lontani da quelli del 2019. Il nostro obiettivo, oggi, deve essere il contenimento produttivo, adeguandoci agli inevitabili minori consumi che derivano dalla contrazione del canale Ho.Re.Ca. Da qui vengono i provvedimenti assunti dal Consiglio di Amministrazione per far fronte al post Covid-19: diminuzione della produzione; sostegno agli enti caritatevoli attraverso i bandi AGEA; acquisto di 120.000 forme da parte del Consorzio per i mesi di novembre-dicembre 2019 e gennaio-febbraio-marzo 2020 da portare a Riserva 20 mesi e a Riserva Gold 24 mesi”. Così, in estrema sintesi, Nicola Cesare Baldrighi, presidente uscente del ConsorzioTutela Grana Padano, fotografa l’andamento del Grana Padano nel 2019 durante la 21aAssembleaGenerale del Consorzio tenutasi oggi alla Fiera di Verona. Questi, i provvedimenti assunti dal Consiglio di Amministrazione per far fronte al post Covid-19:

  1. Minore produzione determinata dal -3% sui riferimenti produttivi;
  2. Sostegno agli enti caritatevoli attraverso i bandi pubblici AGEA incrementati del 15-20% di stanziamento diretto del Consorzio per un totale auspicato di 70.000/80.000 forme destinate agli indigenti;
  3. Acquisto di 120.000 forme da parte del Consorzio per i mesi di novembre-dicembre 2019 e gennaio-febbraio-marzo 2020 da portare a “Riserva 20 mesi” e a “Riserva Gold 24 mesi” che quindi saranno rimesse sul mercato alla fine del periodo di 12-18 mesi prima individuato.

Ad ulteriore sostegno dei provvedimenti assunti vi è l’impegno a lavorare con il Ministero per destinare la quota parte riservata al lattiero caseario dello stanziamento di 500.000.000€ dedicato alle “filiere in crisi”, verso un “aiuto-sostegno” agli allevatori che decidano di ridurre la produzione di latte.

Dati produttivi ed Export 2019

Il 2019 ha chiuso con una produzione complessiva di 5.164.759 forme (+4,70% rispetto al 2018),il 42% di formaggio marchiato esportato ed un conseguente 58% consumato in Italia. Con 2.051.125 forme, l’export 2019 fa segnare una crescita del +4,38%. L’Europa, con 1.697.618 forme, assorbe quasi l’83% delle esportazioni di Grana Padano DOP, con un incremento del 4,54% rispetto al 2018. La Germania, con un incremento del 5,61% si conferma il primo mercato per le esportazioni di Grana Padano DOP, con un totale di 549.562 forme. Al secondo posto assoluto si conferma la Francia con 231.188 forme e un incremento del 4,44%. Il terzo posto spetta agli Stati Uniti che hanno fatto segnare un +9,04% pari a 167.852 forme, superando il Benelux (Belgio, Olanda e Lussemburgo) che con 160.561 forme complessive (+2,41%) scivolano al quarto posto nella graduatoria assoluta.

La produzione si è divisa per il 37,25% a favore delle industrie e per il 62,75% delle Cooperative. Guardando, poi, nello specifico alle aree geografiche si evidenzia che la provincia di Mantova con 28 caseifici ha prodotto il 29,38% del totale annuo, seguono Brescia con 29 caseifici e una produzione del 23,03%, Cremona con 9 caseifici il 17,30%; Piacenza con 20 caseifici l’11,38%. Il Veneto, poi, con 22 Caseifici (tenendo conto anche del latte veneto lavorato fuori Regione) ha raggiunto il 15,34%.

Oltre ai dati quantitativi, è importante sottolineare anche l’andamento qualitativo del latte lavorato a Grana Padano DOP che, grazie alla volontà e all’abnegazione dei caseifici e all’attività di monitoraggio del Consorzio e degli organi competenti in materia, è andato sempre migliorando. In particolare, da quando, nel 2008, si è deciso di porre un tetto al rapporto grasso caseine per scoraggiare produzioni eccessivamente grasse, i casi di analisi fuori dai parametri sono calati del -66,85% e la media del rapporto grasso caseine del -1,65%, mentre dal 2003 al 2019 l’aumento della percentuale di caseina nel latte lavorato (indice importantissimo per valutare la qualità del latte) è stato del +7,91%.

Controlli e vigilanza

Il numero di controlli eseguiti nel 2019 è stato pari a 223 visite ispettive nei caseifici ed il risultato ottenuto è più che soddisfacente. Infatti, non sono emerse situazioni di non conformità tali da dovere intraprendere azioni correttive. Particolarmente intensa l’attività di vigilanza nei punti vendita. Gli incaricati del Consorzio ne hanno infatti visitati 3.709, ubicati in tutto il territorio nazionale, più di metà (1.947) dei quali nel Nord Italia e per oltre il 90% in Ipermercati, Supermercati e Discount. Oltre 2.708 sono stati i controlli all’estero, puntando l’attenzione sulle imitazioni e sui prodotti di italian sounding.

Benessere animale

Sono state confermate le decisioni inderogabili sul benessere animale e sulla sostenibilità ambientale, con particolare riferimento alla novità introdotta dalla partecipazione del Consorzio al progetto LIFE finanziato dalla UE, che consentirà di ottenere la certificazione per una etichettatura ambientale del prodotto.