È tra le aree più importanti per le bollicine da rifermentazione in bottiglia, con un mercato interno che rappresenta l’88,7% del venduto in termini di volumi. È la Franciacorta, il territorio bresciano che oggi, con quello bergamasco, sta registrando il maggior numero di contagiati da Covid19. Nelle due provincie si registrano complessivamente 10mila contagiati, con un picco che secondo gli esperti sembra ancora lontano.

Abbiamo parlato con Silvano Brescianini, presidente del Consorzio Franciacorta, per capire l’impatto economico e sociale sul comparto vino. «In base al canale i segnali sono diversi. Per la GDO non ci sono problemi particolari, anche per il canale di asporto e online credo stiamo tenendo, mentre per Horeca il crollo è totale». Il territorio franciacortino si estende su 19 comuni a ridosso del lago d’Iseo con 2.900 ettari di vigneto a Chardonnay (81%), Pinot Nero (15%), Pinot Bianco (3%) ed erbamat (1%) e circa 17,5 milioni di bottiglie vendute nel 2018.

L’export franciacortino, che rappresenta l’11,3%, in questo momento è in forte rallentamento. Secondo i dati del 2019, la Franciacorta esporta principalmente in Svizzera che rappresenta il 18,4% del totale, seguita dal Giappone, che rappresenta il 17,8%. Seguono Germania (12,6% del totale export), Stati Uniti (12,0% del totale export), Belgio (5,0% del totale export) e Regno Unito (4,1% del totale export).

«Il contraccolpo economico sarà sicuramente importante. – commenta Brescianini – Ci verrà chiesto uno sforzo straordinario, ma teniamo duro». Il territorio in questi anni ha puntato sullo sviluppo dell’enoturismo, anche grazie alla Strada del Franciacorta, tra le prime nate in Italia, che conta 223 soci. Un percorso di 80 km dove si trovano aziende vitivinicole, alberghi, dimore storiche, ristoranti, osterie, wine bar, agriturismi e bed & breakfast legate al turismo enogastronomico. «Difficile dire quale scenario si aprirà per l’enoturismo franciacortino. Non sappiamo quando usciremo dall’emergenza, ma ne usciremo». 

In ultima battuta Brescianini chiude con un messaggio rivolto a chi ama l’Italia e il sistema franciacortino: «In pochi giorni siamo passati da Paese “untore” a modello da copiare per gestire l’emergenza. Quando si dice che il tempo è galantuomo… Non siamo un Paese normale, siamo un Paese straordinario!».