(di Bernardo Pasquali). Le variazioni climatiche degli ultimi anni hanno letteralmente scompaginato le regole del gioco. Un fattore che su tutti sta rischiando di prendere il sopravvento è la carenza idrica di alcuni territori sempre più a rischio. La viticoltura si è alzata fino a quote che negli anni novanta erano impensabili. Coltivare la vigna in montagna è diventato sempre più difficile ma, allo stesso tempo, necessario. Per questo motivo la Cantina di Toblino, insieme a Eurac Research di Bolzano, il Bacino imbrifero montano Sarca-Mincio-Garda e Moby Gis, l’azienda trentina che si occupa di moderazione e ottimizzazione del ciclo dell’acqua, sosterranno il progetto IMPETUS – Turning climate commitments into action.

Sette aree climatiche coinvolte

Il programma lanciato dall’Unione Europea, nei prossimi quattro anni, coinvolgerà sette aree bioclimatiche: dalle coste spagnole della Catalogna, alle spiagge artiche del Troms in Norvegia, per poi passare a territori mediterranei, continentali e atlantici, fino ad arrivare alle pendici del Monte Bondone in Trentino, nella Valle dei Laghi. L’obiettivo è analizzare e proporre metodologie e tecniche adattabili in tutte le sette regioni selezionate, dando da un lato un contributo a viticoltori e agricoltori europei e fornendo dall’altro modelli di gestione del territorio agli enti e alle autorità locali.

Nuovi vitigni e nuove aree coltivabili

La viticoltura è una risorsa economica e culturale da preservare: per questo la Valle dei Laghi, zona vocata alla produzione di uve e vini d’eccellenza, diventa la protagonista di un progetto di studio che va a testare modelli di simulazione, governance e supporto alle decisioni, nuovi vitigni e spostamento delle aree coltivabili, gestione e valutazione integrata del rischio, attivazione del patrimonio culturale materiale e immateriale.

© 2016 Ronny Kiaulehn

Per Carlo De Biasi il progetto ha un grande significato per la programmazione colturale dei prossimi decenni

“Chi lavora quotidianamente la vigna – dichiara Carlo De Biasi, Direttore Generale della Cantina DI Toblino– nei prossimi anni dovrà compiere scelte decisive per affrontare al meglio le conseguenze del cambiamento climatico. Oggi abbiamo strumenti che ci permettono di mitigare gli effetti ambientali negativi sulla qualità di uve e vini. Possiamo fare analisi e studi di vocazionalità con strumenti all’avanguardia che permettono di sviluppare, ad esempio, la viticoltura in aree a quote altimetriche superiori alla media, al fine di preservare l’eleganza e la fragranza dei vini. Tutto questo ci permetterà nel prossimo futuro di migliorare la qualità delle uve attraverso una viticoltura innovativa, attenta, rigorosa e sostenibile”.