Per arrivare alla regione del Cava, il metodo classico spagnolo che dalla fine dell’Ottocento compete con lo Champagne, bisogna attraversare – una volta lasciato il confine italiano –  tutto il Midi francese, superare Barcellona ed addentrarsi nel Penedès, la regione – a metà strada fra Barcellona e Tarragona – che si estende dalla  “Costa Dorada” alla “Cordillera” che separa la Catalogna dall’Aragona. Da Milano sono un migliaio di chilometri e, se si vuole farli in giornata arrivando senza avere la schiena a pezzi, non resta che puntare su una stradista di classe, pensata per le lunghe distanza.

Come questa 508. Peugeot ha lanciato sul mercato la nuova versione della sua station wagon più celebrata, oggetto di una profonda trasformazione dal modello precedente; una vettura che strizza l’occhio anche ad un pubblico giovane grazie alla brillantezza dei suoi propulsori (è da poche settimane disponibile anche la nuova versione ibrida abbinata al tradizionale motore termico alimentato a benzina), al look ricercato della sua linea esterna (la vettura è estremamente filante, con padiglione spiovente e finestrini laterali senza cornice, con un frontale aggressivo), e alla freschezza dei suoi interni, il tutto affinato da una dotazione  tecnologica di prim’ordine. Il modello della nostra prova è la 508 SW 180 Gt Line Blue Hdi, motore da 177 cavalli abbinato al cambio automatico Eat8. Che sia una macchina per “giovani” lo dice la sua altezza da terra, appena 46 centimetri, il che impone al driver (ed ai suoi passeggeri più anziani) quasi un atto di fede “scendendo” nella postazione di guida. Una volta accomodati al volante, il “sacrificio” iniziale è presto dimenticato. L’i-cockpit sembra quello di un Rafale; il volante, piccolo, permette una perfetta visuale su tutta la strumentazione; plancia e il touch screen capacitivo da 10” HD mettono a disposizione di chi guida il massimo delle opportunità. Il tempo di sistemare il sedile, ottimizzando la postura, e di “studiare” le tecnologie di bordo, scegliendo fra le varie configurazioni,  e poi non resta che lasciar partire la 508: silenziosa, potente, agilissima  nel traffico urbano  nonostante le dimensioni ovviamente non da city-car, invita al viaggio. La vettura ha voglia di correre, di macinare chilometri. In autostrada emergono le sue doti di stradista, i sistemi di assistenza alla guida (ottimo il mantenimento della posizione in carreggiata) consentono a chi guida anche di rilassarsi un attimo (senza esagerare, mi raccomando). I consumi sono buoni anche lasciando andare un po’ l’acceleratore – il navigatore vi segnalerà gli speed control e sarà un lungo, ininterrotto, cicalio lungo tutta l’autostrada francese… – , ma è soprattutto il comfort di guida che lascia stupiti. La schiena non sente il viaggio, l’insonorizzazione non costringe ad ascoltare la radio a volumi impossibili, e la grande visibilità sull’anteriore e sul tetto panoramico annullano ogni sensazione di claustrofobia e le ore di viaggio passano via veloci e leggere.

Nel traffico metropolitano di Barcellona, nelle strade parallele alle gran via, dominate dai paletti anti-parcheggio e dai marciapiedi alti, la 508 si conferma agile, leggera al volante, in grado di districarsi – grazie ad un ottimo raggio di strerzata – anche nei punti più stretti e difficoltosi. Il trio cambio-sterzo-park assistance consente di parcheggiare la macchina senza stress, nonostante la stazza da station wagon. Sulle strade del Penedès, strette, caratterizzate da saliscendi, spesso bianche, grazie ad un efficacissimo cambio automatico ed alle palette al volante (utilissime nei tratti misti) la 508 non esita, si muove perfettamente a suo agio e grazie all’eccezionale capacità di carico permette di rientrare con una buona “scorta” di campioni da assaggiare.

Ovviamente a casa. Quando si guida, non si beve.