Alla fine di una settimana terribile, Giovanni Mantovani – DG di VeronaFiere – si carica sulle spalle tutto il peso del momento e annuncia:
«Attendiamo gli sviluppi sino al 3 aprile e, prima di Pasqua, verificheremo con tutti gli espositori le condizioni generali di svolgimento della manifestazione con l’obiettivo concreto e prioritario di salvaguardare e mettere a frutto gli investimenti di tutte le Aziende espositrici».

Dunque il Vinitaly potrebbe slittare ancora, oppure no, ma Mantovani ci tiene a dichiarare che la decisione non dipende in alcun caso dalle necessità dell’ente fieristico scaligero, bensì dalla situazione sanitaria più generale del Paese. In una lettera agli espositori, spedita nella tarda serata, dopo che numerosi si fanno gli appelli per rimandare tutto al 2021, Giovanni Mantovani sottolinea che: «stiamo vivendo, non solo in Italia, ma a livello globale, una situazione di pericolo e di incertezza che nessuno di noi avrebbe mai immaginato di dover vivere. Il nostro mondo fatto di incontri, di viaggi, di relazioni è oggi “congelato”: la parola d’ordine è “stop alla mobilità fisica” e improvvisamente ci rendiamo conto di quanto sia difficile e faticoso (e innaturale..) vivere fermi.

I cambiamenti repentini di scenario, il bombardamento di informazioni, anche contrastanti, che riceviamo quotidianamente, la nostra natura di imprenditori che ci spinge comunque a pianificare e programmare, corrono davvero il rischio di farci perdere la bussola: non si può vivere alla giornata, ma non si possono neanche cambiare i piani ad ogni flash di agenzia.

C’è un termine che aiuta tutti, ed è quello del 3 aprile indicato dall’ultimo Decreto del Governo: in questo lasso di tempo è chiesto a tutti noi di adoperarci per il contenimento della diffusione del virus.

Per questo insieme di motivi, di concerto con i principali attori del nostro settore e con le Istituzioni preposte, stiamo tenendo ferma la data del 14-17 giugno per Vinitaly e procediamo con le attività organizzative, anche di tipo straordinario, che stiamo mettendo in piedi per garantire la massima efficacia possibile alla manifestazione.

Vorremmo rendere ancora più chiaro un concetto: Vinitaly è la nostra manifestazione più significativa e più importante; lo è non tanto in termini economici, ma in quanto promuove, rappresenta ed in alcuni ambiti guida da decenni il settore enologico italiano nel mondo.

Non è una leadership di cassa: è una leadership di mercato, di progetti, di comunanza d’intenti con un’imprenditoria vivace ed intraprendente, portabandiera del Made in Italy, con la quale abbiamo il privilegio di dialogare da 54 anni. Non vogliamo che questo filo si interrompa, e con noi non lo vuole il sistema promozionale italiano.

Veronafiere Spa ha varato un piano industriale ambizioso, ha ottenuto un aumento di capitale importante, sta investendo in infrastrutture fisiche e digitali, in progetti di internazionalizzazione anche societari: abbiamo le spalle solide per sostenere investimenti davvero importanti anche per il Vinitaly. Noi stiamo lavorando al massimo delle nostre capacità per garantire un’edizione in linea con gli standard già conquistati, in grado di soddisfare le tue aspettative, con molte aree di innovazione e con un forte impegno sul fronte del business. Un’attività, questa, svolta in piena condivisione e collaborazione con il sistema promozionale nazionale. Stiamo lavorando ad un Vinitaly “straordinario” in un tempo “straordinario”. Se le cose andranno come tutti speriamo, il mese di giugno, con la concomitanza di altri importanti eventi italiani di caratura internazionale, sarà il momento in cui i riflettori si riaccenderanno sul nostro Paese, e noi ci saremo». Ed a prescindere dalle decisioni, Giovanni Mantovani conferma che a Verona qualcuno con le palle, capace di assumere decisioni e responsabilità, ancora c’è. Chapeaux, Gianni!