Una vendemmia che è risultata inferiore dell’80% rispetto a quelle degli ultimi anni. Gelate primaverili che hanno visto le temperature scendere a -4 gradi. Grandinate impietose, a luglio, che hanno letteralmente distrutto il raccolto. Uno scenario da apocalisse. Eppure, nonostante le avversità climatiche, Villa Franciacorta ha deciso di non comprare uve (né in Franciacorta né al di fuori del territorio) e di portare avanti coraggiosamente la propria filosofia imprenditoriale, basata su rispetto, coerenza e trasparenza verso il consumatore. Perciò, a dispetto delle condizioni climatiche eccezionali che hanno letteralmente decimato il raccolto, l’azienda fondata da Alessandro Bianchi e guidata dalla figlia Roberta con il marito Paolo Pizziol, risponde alle difficoltà con impegno e determinazione ancor a maggiori,  in vigna e in cantina.
“Nonostante le perdite –  sottolinea Roberta Bianchi –  anche in questo frangente non accettiamo alcun compromesso e proseguiamo sulla strada della qualità, nel rispetto del consumatore. Abbiamo fatto una prima vendemmia dei soli vigneti non interessati dalla gelata, tralasciando le uve che per noi non erano all’altezza di un grande millesimo. I mosti che abbiamo in cantina hanno interessantissimi profili aromatici supportati da ottime acidità che daranno certamente vita a grandi vini. Va sottolineato che i nostri vigneti, tutti a cordone  speronato, molto resistenti, non avevano mai subito una gelata simile. Peraltro dopo una primavera molto calda, caratterizzata da temperature di oltre 25°C che avevano visto una ripresa vegetativa molto importante, la vite aveva speso tutte le riserve energetiche dell’inverno generando tralci lunghi 25 centimetri con foglie capaci di fotosintesi.
È proprio la concomitanza dei due fattori, prima il caldo e poi il gelo, ad aver compromesso il raccolto. Insomma, condizioni meteorologiche anomale, che peraltro non hanno coinvolto allo stesso modo tutti i vigneti di Franciacorta. Le vigne della nostra collina, molto vocate, sono state anch’esse colpite nonostante l’altezza, la pendenza e l’ottima esposizione dei nostri cru, caratterizzati inoltre da ventilazioni sempre importanti. Ed è proprio in questi momenti che bisogna avere la prontezza e la capacità di saper compensare le perdite, senza cadute di stile e senza ricorrere a facili ma scorrette scorciatoie. Perciò, grazie  alle nostre strategie imprenditoriali attente ed oculate e al fatto che Villa Franciacorta è un’azienda economicamente sana, possiamo permetterci oggi di compiere scelte antieconomiche, privilegiando come sempre la qualità».
Vale a dire che le “formichine” vengono sempre premiate per il loro virtuosismo nel tempo?
«In un certo senso è così, conferma Paolo Pizziol. Abbiamo sempre puntato a fare qualità su tutta la produzione facendo come minimo affinamenti di trentasei mesi, ben oltre i trenta previsti dal disciplinare Franciacorta per avere il millesimo sulla bottiglia. Continuiamo a investire in professionalità: oltre a tre nuovi enologi in cantina abbiamo assunto un enologo addetto alle visite e alle degustazioni perché anche in questo i nostri clienti possano relazionarsi con un professionista, sentendosi accompagnati e seguiti. Motivo di vanto per noi  la certificazione ISO 14001, che ci ha visto fra i primi in Franciacorta mettere l’accento sulla qualità dei processi produttivi, con un’attenzione esemplare verso l’ambiente. Grazie a un sistema di miglioramento nell’intero ciclo produttivo certificato ISO 14001 realizziamo un modello di viticoltura amica e guardiana dell’ambiente, certificata dall’ente svizzero SQS. E questo 2017, così complesso climaticamente, è per Villa Franciacorta il primo anno di produzione biologica certificata, nonché dell’utilizzo dei propri lieviti autoctoni».
«La nostra solidità, aggiunge Roberta Bianchi, ci consente anche  in questa vendemmia così difficile di usare esclusivamente le nostre uve; lunghi periodi di affinamento di tutte le bottiglie in cantina da anni, ci  consentono di attingere ai nostri millesimi storici, andando a compensare parzialmente le gravi perdite di questo millesimo 2017».
Dalla parte della qualità, dunque, come sempre: basti pensare che il Laboratorio di Microbiologia dell’Università di Firenze, con cui Villa Franciacorta collabora da tempo, si è trasferito in Azienda per seguire direttamente tutte le fasi di vinificazione della recente vendemmia, al fine di verificare la corretta fermentazione dei lieviti autoctoni e ottimizzare le fasi produttive.  «Anche per questo possiamo dire che i pochi fortunati che degusteranno i nostri Millesimati 2017, avranno modo di degustare un millesimo eccezionale – conclude con orgoglio Roberta Bianchi – , ma soprattutto coerente con la qualità che Villa ha sempre saputo fare».