Si è chiusa la vendemmia 2019 per Santa Sofia, uno dei brand storici della Valpolicella classica. Ed è stata un’ottima annata con un potenziale davvero importante. Queste le note di campagna e di vendemmia realizzate dal team agronomo ed enologico della maison di Pedemonte di Valpolicella, quasi alle porte di Verona.

«Si parte dall’andamento in campagna, che è importante osservare fin dall’inizio della stagione 2019. La primavera è stata piovosa e fredda e ha portato ad una fioritura disomogenea delle viti. Le prime difficoltà sono state superate poi grazie ad un innalzamento delle temperature in giugno, che ha consentito uno sviluppo ottimale della pianta, soprattutto della parete fogliare, essenziale per assicurare un’adeguata attività della vite che, nonostante sia stata messa alla prova da diversi interruzioni del normale corso del suo ciclo vitale,   ha potuto portare a termine una corretta conformazione del grappolo e un’ottima maturazione.

Briago, il nuovo vigneto di Santa Sofia in Valpantena, Valpolicella orientale, ha dimostrato di avere le caratteristiche ideali per produrre un grande vino, con la corretta maturazione delle uve Corvina, Corvinone e Rondinella, destinate poi all’appassimento. L’altitudine, le escursioni termiche e la costante ventilazione hanno influito positivamente sulla formazione di una buccia spessa e di un’uva sana.

 Sebbene la quantità sia stata un po’ inferiore alle aspettative, per una riduzione del peso del grappolo dovuto all’eterogeneità di maturazione, la qualità è in definitiva tra le migliori grazie anche alla gestione della viticoltura biologica, che ha permesso di superare i molteplici e rapidi cambiamenti delle condizioni metereologiche (basse temperature, alte temperature, piogge abbondanti nel breve periodo, siccità prolungata, grandine) che hanno contraddistinto questa annata.

La vendemmia è partita in ritardo di circa 10 giorni rispetto al 2018, ma coerente con lo storico dell’andamento in Valpolicella. La maturazione è stata discontinua, ma i risultati sono stati soddisfacenti soprattutto nei vigneti più vocati, come il Monte Gradella. Si è ottenuto un buon equilibrio tra zuccheri e acidità, oltre che a un buon contenuto di sostanze coloranti e aromi varietali. Ci si aspetta quindi un’annata da buona a ottima, che sapremo meglio giudicare tra gennaio e febbraio, al momento in cui mostreremo le uve appassite per Amarone e Recioto».