(di Bernardo Pasquali). Valpolicella Patrimonio Unesco? Le procedure di patrimonializzazione immateriale si sta avviando alla conclusione della prima fase. Non chiamatelo appassimento però. Come afferma il Direttore del Consorzio della Valpolicella, Matteo Tedeschi, “più che appassimento abbiamo scelto la formula Messa a riposo delle uve della Valpolicella, in quanto ci interessava di più far emergere il valore e l’azione umana, il savoir faire di una pratica ancestrale e millenaria che contraddistingue la vita delle genti della Valpolicella”.

A che punto siamo?

“L’idea della patrimonializzazione immateriale della Messa a riposo delle uve della Valpolicella, nasce sei anni fa da un’idea del Consorzio di Tutela. Nell’aprile dello scorso anno nasceva la vera e propria azione con la costituzione dei vari comitati operativi, quello Promotore e quello Scientifico. Tutto ha avuto una forte accelerazione negli ultimi 2 – 3 anni, grazie all’intervento provvidenziale della Regione e del Presidente Zaia”.

Il Dossier, Valpolicella Patrimonio Unesco, attualmente è stato ultimato e redatto, a detta del Comitato scientifico, in un documento esemplare che è stato portato al vaglio del Ministero dell’Agricoltura a maggio. “Il MASAF ha tempo 120 giorni per rispedire l’istruttoria e chiede le eventuali integrazioni, per cui il tempo scade a fine settembre”. Successivamente il documento sarà inviato al Ministero della Cultura il quale riceve normalmente circa 50 richieste di Patrimonializzazione ogni anno, ne visiona normalmente dalle 5 alle 10 e, successivamente, solamente 2 vengono scelte e trasmesse al Comitato Mondiale UNESCO per la deliberazione definitiva.

Il Direttore del Consorzio di Tutela della Valpolicella Matteo Tedeschi

Valpolicella Patrimonio Unesco: i Comitati

Sono due i Comitati che si sono costituiti per la definizione del Dossier di presentazione della candidatura. Il Comitato Promotore che è costituito dai Consorzio di Tutela della Valpolicella come capofila, il Comitato Palio del Recioto di Negrar, lo Snodar e la Strada del Vino Valpolicella. A questi si aggiungono tre soci sostenitori, il mondo accademico con l’Università di Verona, l’Accademia delle Lettere, Scienze e Agricoltura di verona e la fondazione Valpolibella.

Il Comitato scientifico invece è un organo collegiale costituito da 5 illustri rappresentati del mondo accademico: il prof.Pierluigi Petrillo già Presidente Mondiale Unesco del Patrimonio Immateriale e attualmente detentore della cattedre Unesco presso La Sapienza di Roma, la professoressa Cecilia Onorati docente presso La Sapienza di Roma, il professor Filippo Vate già membro del Comitato Mondiale Unesco e ora Docente dell’Università di Milano, la professoressa Elisabetta Moro, antropologa di fama internazionale, i suoi rapporti con il Ministero sono idilliaci e fondamentali, e il professor Maurizio Bugliano dell’Università di Verona.

Gli incontri call to action. Il prossimo il 6 novembre in Valpolicella Orientale.

“La stesura di un dossier per un per una Valpolicella Patrimonio Unesco dal valore Immateriale – afferma il Direttore Tedeschi – è molto più complicato e assolutamente dinamico. Per favorire la raccolta di materiali sensibili al miglioramento del dossier e far comprendere meglio il valore della patrimonializzazione ai cittadini, coinvolti sul territorio della denominazione, abbiamo già promosso 3 incontri call to action: uno nella Valpolicella storica, uno in Valpantena e uno nel comune di Verona che accoglie più di 1000 ettari di vigneto Valpolicella. Il prossimo si terrà il 6 novembre nella Valpolicella Orientale”.

La sede mondiale dell’Unesco a Parigi dove si vaglierà la Valpolicella Patrimonio Unesco

I vantaggi della patrimonializzazione e il logo Unesco in etichetta

E’ abbastanza scontato affermare il grande valore di questo processo se arriverà positivamente alla sua conclusione a Parigi con la Valpolicella Patrimonio Unesco. Le patrimonializzazioni materiali e immateriali, fin qui costituite, hanno portato aumenti dell’indotto nei territori pari al 30% in valore economico. Sarà il territorio intero della denominazione, i suoi comuni, le attività in esso collocate a beneficiarne ma sarà un grande risultato per l’intera provincia di Verona e la nostra Regione.

“Non si potrà usare il logo UNESCO in etichetta o per qualsiasi attività commerciale – continua Tedeschi – ma, ad esempio, si potrà scrivere così: Questo vino è stato prodotto con la tecnica di Messa a Riposo delle Uve della Valpolicella che è Patrimonio dell’Umanità

Ora tocca alle Istituzioni fare pressione

“L’appello da fare alle Istituzioni – afferma Tedeschi – sia romane che locali, è quello di perorare la causa e spingere affinché il Ministero valuti questa candidatura con lo spirito adeguato, per passare al successivo vaglio dell’iter confermativo. Non ci sono t3empi effettivi da considerare entro cui si avvererà questo nostro sogno condiviso con il territorio. Non sarà breve ma siamo molto fiduciosi che sarà Valpolicella Patrimonio Unesco!”.