(Enzo Russo) Giacomo Savorini, bolognese, 41 anni, laurea in scienze e tecnologie agrarie, due figlie di 11 e 9 anni, dal primo gennaio di quest’anno è il nuovo direttore del Consorzio Tutela del Lambrusco di Modena. Ha preso il posto di Ermi Bagni che dopo 12 anni è andato in pensione con grandi festeggiamenti. Lo sentiamo al telefono, dove cogliamo subito nelle sue parole l’inconfondibile accento bolognese che trasmette familiarità, è pacato e tranquillo quasi a voler nascondere i tanti problemi del Consorzio che deve risolvere nella quotidianità.

Savorini, lei è stato nominato Direttore del Consorzio del Lambrusco, una carica importante e molto “calda” in questo momento, come sta reagendo il Consorzio al Corona Virus? Quali sono i rischi che state  correndo?

Sono due, una è l’esportazione dove c’è stata una flessione molto importante e l’altra è il canale l’horeca dove i danni economici si fanno più sentire nelle piccole e medie aziende perché non vendono più ai ristoranti ed alberghi specialmente con l’arrivo della stagione turistica. Questo è un problema enorme, quasi di sopravvivenza, perché molte di esse sono a conduzione familiare ed è l’unica fonte di reddito. Per quanto riguarda l’export, alcuni Paesi hanno confermato gli stessi ordini dello scorso anno, mentre gli Stati Uniti, uno dei principali e importanti mercati del Lambrusco, ha avuto una forte caduta nelle vendite per la chiusura di tutti i locali, bar ristoranti, alberghi ed enoteche. Noi ci stiamo preparando, avendo avuto una piccola fortuna rispetto alle altre Regioni. Alcune di esse, come Puglia e Sicilia, hanno chiesto la distillazione di crisi per le giacenze in cantina che sono importanti. Al contrario in Emilia Romagna con un calo della produzione del 30% , noi in cantina abbiamo tutti vini rivendicati DOC e IGT e questo è importante perché ci ha permesso una valutazione del prezzo in cantina e di vendere gran parte delle nostre giacenze mettendoci in una posizione di privilegio rispetto alle altre Regioni. Certo potremmo essere pronti a valutare “distillazioni di solidarietà” per venire incontro al momento difficile. Speriamo che da parte del Ministero dell’Agricoltura ci sia una gestione intelligente di tutte queste giacenze”.

Quale iniziative pensate di prendere per aiutare le Aziende per le mancate vendite?

Sono allo studio alcune iniziative, ma di certo i danni economici sarà difficile colmarli. Comunque nonostante le difficoltà stiamo cercando di organizzare ciò che le nuove tecnologie ci hanno fatto scoprire. Noi avevamo delle trasferte che sono state annullate, come in Germania e in Inghilterra per fiere ed incontri con giornalisti  operatori del settore. Due appuntamenti importanti per nostro export che hanno vanificato il lavoro ed investimenti fatti da molti vignaioli che con l’estero ci lavorano al 70%. Per ora pensiamo di organizzare con il Gambero Rosso delle degustazioni on line invitando  persone a conoscere i vini e il produttore. D’altronde altri strumenti non ci sono, non possiamo fare niente, anche le iniziative  programmate per i 50 anni delle DOC modenesi, tutelate dal Consorzio, sono state rinviate al prossimo anno. Il budget stanziato quest’anno sarà devoluto con alta probabilità a donazioni sul territorio”.

Altre novità?

Stiamo progettando un importante cambiamento, probabilmente il sodalizio tra i consorzi che ruotano attorno al lambrusco avrà un’ulteriore evoluzione. Lo sapremo con certezza alla fine del mese di giugno”.

Le vendite di Lambrusco nella Grande distribuzione sono aumentate o sono in calo?

Sono in calo perché il vino non è un prodotto di prima necessità. In questo momento le preoccupazioni socio economiche delle famiglie sono altre, come si può immaginare. I lambruschi di fascia alta stanno soffrendo” . 

Con questi avvenimenti, lei pensa che il Consorzio debba rivedere le sue strategie di comunicazione e promozione del Lambrusco?

Sicuramente molte cose cambieranno, come per esempio le sinergie tra i consorzi che dovranno aumnetare l’unione di intenti al fine di usare un’unica voce a parlare a tutti del vero Lambrusco nelle sue diverse tipologie prodotte nel nostro territorio, terra di antiche tradizioni enogastronomiche. Il lambrusco è un vino che fa parte della storia dell’Italia”.