(di Bernardo Pasquali). Si chiama Xylella fastidiosa ma sarebbe meglio chiamarla Xilella furiosa per quanto ha devastato il patrimonio olivicolo della regione Puglia. Ogni anno il colore rame delle piante rinsecchite si alza sempre più di latitudine e ormai lambisce anche la provincia di Foggia. Vedere gli oliveti monumentali della piana di Carovigno, patrimonio dell’umanità, diventati preda dopo centinaia di anni di questo piccolo parassita, fa male allo stomaco.

Tutte le iniziative prese fino ad oggi non sono riuscite a bloccare questo disastro, anche se hanno dimostrato che possono rallentare la sua corsa. Le disposizioni messe in atto dalla Regione, purtroppo, non sono state prese alla lettera da tutti i proprietari olivicoli e questo ha portato a strategie difformi, perdite di tempo, contaminazioni inevitabili e incapacità di creare un muro vero e proprio al parassita.

Donato Pentassuglia Assessore all’Agricoltura Regione Puglia

Il nuovo piano presentato dall’Assessore all’Agricoltura, Donato Pentassuglia, approvato oggi 14 marzo, è il risultato dei contributi e dei pareri dei diversi attori del mondo tecnico scientifico e socio economico coinvolti nella gestione della batteriosi.

La guerra alla Xylella con un approccio conservativo

“Per quest’anno – afferma l’Assessore – abbiamo ritenuto opportuno assumere un approccio conservativo in tema di sorveglianza fitosanitaria, rispetto al 2021, mantenendo alta la guardia: prevediamo, infatti, di campionare quasi 300 mila piante su una superficie complessiva di 34 mila ettari su tutta la Puglia, con oltre 40 mila analisi di laboratorio.  

Per la Piana degli ulivi monumentali, ex contenimento ed area di particolare pregio da un punto di vista paesaggistico, storico, ambientale, abbiamo ritenuto fondamentale attuare un’opportuna sorveglianza “rafforzata” in un’area compresa tra 5 e 20 km dal confine meridionale della zona infetta ‘Salento’ dove si attuano misure di contenimento, con particolare riferimento proprio alla Piana degli olivi secolari.

Il nostro scopo è creare barriere e ridurre l’inoculo. Per fare questo, grazie ad una legge regionale ad hoc, abbiamo, altresì, la facoltà, una volta rinvenute le piante positive al batterio, di abbatterle e innestarle con varietà di ulivo dichiarate resistenti”.

Le attività di contenimento in campagna

“Le lavorazioni obbligatorie dei terreni e, più in generale, delle pratiche agronomiche – prosegue Pentassuglia -, si ritengono azioni indispensabili e irrinunciabili per il controllo meccanico degli stadi giovanili dei vettori. A tal proposito, e con la primavera alle porte, vorrei ribadire quanto le lavorazioni superficiali dei terreni, arature, fresature, erpicature e trinciature, specie sulle piante erbacee, riducano drasticamente le forme giovanili e, di conseguenza, tutta la popolazione dell’insetto, la sputacchina, responsabile della diffusione della malattia.

Cani, droni e tecniche REDOX per l’analisi precoce della Xylella

La Puglia, oltre ai controlli ufficiali, con il supporto di Arif e con i Carabinieri forestali, si avvarrà, per la sua attività di monitoraggio, anche di cani addestrati per l’identificazione di piante infette da Xylella in operazioni di controllo nei vivai e nei punti d’ingresso. Come anche di una serie di strumenti, messi a punto proprio grazie a un progetto sperimentale di rilevazione precoce a distanza di Xylella (chiamato REDOX) con tecniche specifiche di telerilevamento da aereo, droni e rilievi terrestri al primo insorgere dei sintomi.

Più severi e sanzionatori contro untori e irresponsabili

Una svolta sarà quella di attuare delle politiche severissime per chi non rispetta i protocolli di estirpazione e di controllo della batteriosi, così come previsto dal nuovo piano 2022. Purtroppo di irresponsabili, di furbetti e di agricoltori disallineati se ne sono visti fin troppi negli anni scorsi e questo non è più possibile. Lo afferma anche il Presidente di Unaprol David Granieri che chiede una maggiore incisività sui controlli e le sanzioni per chi non rispetta le regole. Ne va del patrimonio olivicolo italiano. Se la Xylella riesce a superare la Puglia dopo tocca all’oliveto italiano.