(di Bernardo Pasquali). La Basilicata non si ferma più! La spinta derivata da Matera 2019, Città europea della Cultura, ha accelerato molti percorsi verso l’uscita dall’anonimato di una regione bellissima e ricca di risorse ambientali e alimentari autoctone. Una tra queste è senza dubbio l’olivo e l’olio.

Nasce la nuova IGP Olio Lucano, che raccoglie tutta la produzione che si trova inclusa dai confini regionali. Un meritato e, diciamolo pure, tardivo riconoscimento ad un prodotto che da anni si impone nei concorsi più prestigiosi internazionali. Non è una DOP e quindi non prevede particolari restrizioni e limitazioni produttive particolarmente vincolanti. Arriva dopo l’unica DOP per l’olio che finora era ristretta al magico Vulture.

Varietà di olive

L’olio extra vergine di oliva «Olio lucano» deve essere  ottenuto. dalle varieta’ di  seguito  indicate  e  loro  sinonimi,  da  sole  o congiuntamente: Acerenza,  Ogliarola  del   Vulture   (sinonimi:   Ripolese   o Rapollese, Ogliarola  di  Melfi,  Nostrale),  Ogliarola  del  Bradano (sinonimi:  Comune,  Ogliarola),   Maiatica   (sinonimi:   oliva   di Ferrandina,   Pasola),   Nociara,   Ghiannara,   Augellina,    Justa, Cornacchiola,  Romanella,  Carpinegna,   Faresana,   Sammartinengna, Spinoso, Cannellina, Cima  di  Melfi,  Fasolina,  Fasolona, Lardaia, Olivo  da  mensa,  Orazio,  Palmarola,  Provenzale,  Racioppa,  Roma, Rotondella, Russulella,  Scarpetta,  Tarantina,  Coratina,  Frantoio, Leccino. Possono inoltre concorrere altre varieta’ fino ad un massimo del 20%.

Caratteristiche organolettiche

L’«Olio Lucano» IGP e’  caratterizzato  da  colore  compreso  tra verde e giallo, fruttato medio, amaro medio  e  piccante  medio,  con eventuali note aromatiche di erba fresca e/o  carciofo  e/o  pomodoro e/o mandorla e/o mela. L’armonia tra le note olfattive e gustative e’ una caratteristica specifica comune di questo olio.

In generale la raccolta delle olive deve essere eseguita dal 15 settembre al 30 gennaio dell’anno successivo e si possono raccogliere fino a 10 tonnellate/ettaro. I processi di oleificazione devono essere eseguiti in frantoi residenti in regione Basilicata entro le 48 ore. La resa media aziendale deve essere al massimo del 22%.

Origine dell’olivo in Lucania

L’olivo in Basilicata ha origini antichissime.  Pezzi  di  legno, olive, foglie e noccioli, risalenti  al  VI  sec.  a.C.,  sono  stati rinvenuti  a  Pantanello   di   Metaponto,   durante   alcuni   scavi archeologici coordinati dal prof. Carter dell’Universita’  di  Austin (Texas). I coloni greci hanno introdotto nell’antica Lucania varieta’ che si sono adattate all’ambiente, come nel caso della Maiatica,  che non sono presenti altrove. Peraltro il  patrimonio varietale  si  e’ sempre arricchito, nel corso dei secoli,  attraverso  l’opera  e  gli scambi tra le numerose comunita’  monastiche  presenti  in  tutto  il territorio   regionale   (Matera,   Monticchio,   Banzi,    Acerenza, Montescaglioso); ne e’  un  esempio  la  vicinanza  genetica  tra  la varieta’  Frantoio  e  il  gruppo  delle  Ogliarole   descritte   in Basilicata.