(di Carlo Rossi) La Madeleine è una giovane azienda vitivinicola, acquistata nel 2008, che Linda e Massimo D’Alema conducono per conto dei propri figli Giulia e Francesco, che ne sono i proprietari. L’azienda comprende 15 ettari di terreno, di cui circa 6,5 destinati al vigneto. Le vigne si trovano in collina, ad un’altitudine compresa tra i 200 e i 300 m s.l.m., tra i comuni di Narni e Otricoli, in provincia di Terni, in località Montini (mia mamma faceva Montini di cognome, una casualità, famiglia storica di Castelnuovo del Garda di matrice socialista negli anni 20 dell’altro secolo) . La proprietà, al momento dell’acquisizione, si presentava in condizioni ben diverse da quelle attuali: della vecchia azienda oggi rimane il solo nome, La Madeleine, scelto dai precedenti proprietari. Degustiamo il Narnot rosso Umbria Igt 2015. La prima annata in bottiglia fu il 2011.

Si tratta di un Cabernet Franc in purezza , che viene da uve allevate a guyot,  su un terreno di medio impasto, tendenzialmente argilloso e ricco di scheletro, posto ad una altitudine di 160 metri s.l.m., per rese per ettaro intorno ai 50 q-li . Vendemmiato a metà settembre, affronta una vinificazione in acciaio. Successivamente invecchia in barrique per 18 mesi e si affina in bottiglia per almeno 12 mesi.

Splendida realtà in provincia di Terni, Narni è diventata famosa nel mondo per essere stata ispirazione a C. S. Lewis nello scrivere Le Cronache di Narnia, la serie di romanzi fantasy ambientata nell’immaginaria Terra di Narnia. La storia di Otricoli è legata alla sua condizione di castrum speciale, in posizione strategica: un castello umbro lambito dal Tevere e attraversato dall’antica Via Flaminia. L’attuale centro storico conserva all’interno della cinta muraria altomedievale, edifici e monumenti di epoche storiche anche molto lontane tra loro, che vanno dall’età medievale fino al Novecento.  Narnot, il nome del vino, sembra quello di  uno dei personaggi della mitica saga.

Qui s’ “inventa” contadino, D’Alema, da sempre  valorizzatore dei prodotti del made in Italy agricolo d’eccellenza. Una passione per conoscere la terra che viene da lontano. Un esempio? Nel 1989 quando da luglio, per un anno, l’Unità diretta da Massimo D’Alema pubblica una pagina dal titolo l’Arcigoloso con il supplemento Cuore di Michele Serra. Esce allora, come se ne fosse stato sicuramente ispirato, L’Almanacco dei golosi, curato da Petrini e Giuseppe Mantovano, edito da Gambero Rosso e Arcigola Slow Food. Dalle parole ai fatti, con la complicità del principe degli enologi, Riccardo Cotarella, che conosce perfettamente le potenzialità del territorio e dell’uva,  il Cabernet franc- Ha  origine nella zona della Gironda (Bordeaux), a cavallo tra i fiumi Garonna e Dordogna, in Francia e qui pare aver trovato un altro territorio d’elezione in un terroir affatto scontato.  Una sfida vinta in un territorio scovato per intuito, visto che il Cabernet franc non ha mezze misure, vino d’eccellenza o flop.

Un vino scurissimo, che va opportunamente  decantato e proposto nel giusto bicchiere. In questo modo la texture formata da tannini duri s’ingentilisce, aprendo il vino alle sue note di frutti di bosco e fichi viola, dove la spiccata mineralità viene controbilanciata dalla ricercatezza di nuances speziate, in primis peperoncino rosso, che non scalciano in bocca. Un cavallo di razza. La tenuta è figlia di un progetto alla base del quale vi è una vera amicizia tra il giornalista D’Alema e l’enologo Cotarella.  Erbaceo, intenso, penetrante e molto persistente. Aggressivo in gioventù, si fa più aristocratico e completo con l’invecchiamento. Un vino diritto, asciutto, di buona struttura, giustamente tannico, che arriva subito al cuore, ed emoziona. L’annata in commercio attualmente è la 2015. Sono state prodotte 10.000 bottiglie.