(di Silvia Allegri). C’è una storia lunga secoli dietro l’azienda agricola Brigaldara, che con i suoi centoventi ettari di proprietà, di cui 47 vitati, il restante occupato da uliveti, pascoli, boschi, si trova in tre diverse zone della provincia scaligera: Valpolicella Classica, Valpantena, Valpolicella Orientale. Il toponimo «Brigaldara», «Bragadara» o «Bragaldara» fa la sua comparsa nel XII secolo in alcuni atti di compravendita. E si trova lì, ai piedi del Monte Masua, tra San Floriano e Valgatara, al centro della Valle di Marano, il nucleo della tenuta, dipinto dal Catasto austriaco dei primi anni del XIX secolo nelle forme che si fisseranno fino ai giorni nostri, con la villa dominicale di origine cinquecentesca al centro delle vigne scandite da marogne e terrazzamenti. Oggi, a comporre il patrimonio aziendale sono aree diverse, dove ogni terroir e microterroir viene valorizzato per portare le uve alla loro massima espressione. Anime differenti che concorrono a un unico obiettivo: mantenere con la terra e i suoi frutti quel legame antico che costituisce il punto di forza della famiglia Cesari e si rispecchia nella scelta stilistica del vino: pulito, rigoroso, capace di preservare i profili aromatici delle uve.

Ma la storia si scrive anche nel presente, nella continua attenzione all’ambiente e al suo ecosistema. E lo dimostrano, tra tutti, gli oltre 70 ettari di Case Vecie, a Grezzana, dove Brigaldara ha voluto impostare una prospettiva ecosistemica che vede le vigne, il bosco, la tartufaia, i prati, gli animali interagire costantemente tra loro, insieme agli abitanti storici della contrada. “Le persone che vivono in questi luoghi”, sottolinea Stefano Cesari, “sono custodi di un patrimonio di saperi e tradizioni da difendere e valorizzare”.

Equalitas – Vino Sostenibile, un premio alla sostenibilità 

Ed è proprio Stefano a comunicare con orgoglio l’ennesimo, prestigioso traguardo raggiunto: la riconferma all’azienda della certificazione Equalitas – Vino Sostenibile, ottenuta la prima volta nel 2019. Attraverso la certificazione Equalitas la sostenibilità viene approcciata secondo tre pilastri: sociale, ambientale ed economico. Si tratta quindi di un modello di sostenibilità che prende in considerazione una serie di parametri chiaramente misurabili: la biodiversità e l’impronta carbonica, la gestione fitosanitaria e le buone pratiche in vigneto e in cantina, ma anche l’interazione con le comunità locali, il rapporto con i vicini, il benessere dei dipendenti. Per ottenere la certificazione è necessario, ogni anno, redigere un Bilancio di Sostenibilità che esponga le politiche di miglioramento che si intendono mettere in pratica e che misurino la situazione complessiva, dando grande importanza all’autovalutazione. Spetta poi a un organismo indipendente esegue un audit per certificare i progressi: questo garantisce maggiore trasparenza e incoraggia le imprese a dare costante prova di impegno e miglioramento.

I numeri di Brigaldara

Sono circa 350mila le bottiglie prodotte ogni anno, di cui 100mila di Valpolicella, 100mila di Ripasso, 100mila di Amarone, nelle sue diverse declinazioni e cru, e 50mila di Soave e Recioto. Il 75% della produzione emigra verso l’estero, ambasciatrice di veronesità in Canada, Stati Uniti, Germania, Svizzera, Giappone. Il restante 25% va in tutta Italia, e si registra un grande aumento della vendita diretta in azienda, con degustazioni in cantina. “La mia bottiglia preferita? Scelgo senza dubbio il Valpolicella. Chi fa bene il vino più semplice, li fa bene tutti. E insieme al Recioto, questo vino è il più iconico, il più adatto a raccontare la nostra storia”.