Torna in presenza il ProWein – dal 15 al 17 maggio 2022 – a Dusseldorf dopo due anni di assenza dovuta al Covid. Sono oltre 5.500 gli espositori provenienti da più di sessanta paesi con in catalogo vini, liquori e bevande artigianali.  Gli espositori sono distribuiti nei 13 padiglioni del compound fieristico della capitale della Renania -Vestfalia con una chiara struttura secondo il paese e la regione di appartenenza. Le nazioni più grandi in termini di numero di espositori sono: l’Italia (oltre 1.420), la Francia (circa 1.100), la Germania ( circa 700), la Spagna (650), il Portogallo (oltre 360), l’Austria (oltre 260), e l’Argentina (oltre 120), la Grecia (oltre 100). I paesi espositori più piccoli, con una superficie di 9 m quadrati ciascuno sono: Finlandia, Hong Kong, Lituania, Riunione e Singapore.

ProWein andrà a misurare la tenuta del settore vitivinicolo internazionale che, dopo l’effetto rimbalzo post pandemia, deve ora confrontarsi col peggioramento del sentiment globale dovuto al conflitto russo-ucraino. La ricerca che ProWein commissionato all’Istituto Wine and Beverage Management dell’Università di Geisenheim sotto la direzione della Prof.ssa e Dott.ssa Simone Loose ed il suo team che ha coinvolto 3mila referenti nel mondo, evidenzia infatti alcune forti preoccupazioni sulla tenuta economica del comparto caratterizzato generalmente da una bassa redditività.

L’avvenuta ripresa economica globale, concentrata tutta nello stesso tempo, ha portato a forti aumenti dei costi dell’energia, delle materie prime e dei trasporti, nonché a forti ritardi nel trasporto globale delle merci e quindi anche del vino. Gli aumenti dei costi minacciano la redditività delle transazioni internazionali di vino. Il settore vinicolo si trova nella situazione di dover trasferire questa maggiorazione di costi. Poiché i budget dei consumatori sono già fortemente gravati dalla situazione inflazionistica vigente, il settore vinicolo è preoccupato di come reagiranno i consumatori di vino agli aumenti dei prezzi. Non è quindi chiaro fino a che punto l’attuale tendenza alla “premiumizzazione” del vino possa continuare nel prossimo futuro.

La pandemia ed il corso della scorsa estate non estremamente calda, hanno ammorbidito la percezione pubblica del cambiamento climatico. Tuttavia il processo di questo cambiamento è in atto ed è ininterrotto: rappresenta una minaccia da forte a molto forte, per sei produttori di vino su dieci, rendendo necessarie misure costose di adattamento. Allo stesso tempo, i produttori di vino devono affrontare questa sfida ecologica, facendo degli investimenti per soddisfare la crescente regolamentazione ecologica. Con la bassa redditività della maggior parte dei produttori vinicoli, superare le sfide ecologiche, specialmente per molte piccole aziende, costituisce un onere economico non comune, accelerando ulteriormente il processo di concentrazione.

Per i produttori di vino, il numero di sfide è complessivamente aumentato a causa dell’incremento dei costi. In Francia e Germania, la politica sanitaria europea, per ridurre il consumo di alcol viene percepita in modo particolarmente forte. I produttori dei paesi del Nuovo Mondo, Stati Uniti, Australia e Sud Africa, considerano come sfide, la guerra commerciale internazionale, la concorrenza di altre bevande (Hard Seltzer, Craft Beer) e la legalizzazione della cannabis.

Green deal e costi alle stelle rimandano la premiumizzazione dei vini e accelerano le concentrazioni di imprese: solo le cantine big potranno investire nella sostenibilità ecologica e sociale

Il Green Deal, della Commissione Europea, ha come obiettivo, aumentare la sostenibilità, è arrivare a coltivare un quarto dei vigneti europei con la certificazione biologica. Di conseguenza, nel settore vinicolo si è accesa la discussione su quanto sostenibile sia una viticoltura ecologica.

I leader del settore che hanno partecipato all’indagine sono molto più spesso ecologicamente certificati, rispetto alla media del settore, e i valori non sono rappresentativi per tutti i paesi vitivinicoli. Con il vantaggio climatico delle estati secche e mediterranee, la viticoltura biologica è più diffusa in Spagna e in Italia, rispettivamente il 61% e il 52% dei leader del settore che hanno partecipato all’indagine, e solo pochi non possono immaginare una futura riconversione.

Dal punto di vista dei viticoltori, il rischio economico e l’uso del rame per la protezione delle piante, sono i due motivi principali contro la certificazione ecologica. La sostenibilità ecologica ed economica della viticoltura ecologica, è vista piuttosto criticamente dai viticoltori. Nel complesso, solo la metà ritiene che la viticoltura economica sia ecologicamente sostenibile. In Spagna, l’approvazione è più alta con l’82%, mentre i viticoltori tedeschi, a causa della protezione delle piante spesso necessaria, sono i più critici con solo il 41%. Ancora meno positivamente è valutata la sostenibilità economica della viticoltura biologica. Solo il 30% dei viticoltori tedeschi, il 40% dei viticoltori in Francia e in Italia e il 58% dei viticoltori in Spagna sono del parere che la viticoltura biologica sia economicamente sostenibile a lungo termine. Una maggiore disponibilità a pagare il prezzo richiesto da parte dei consumatori, sarebbe un presupposto importante, per coprire i maggiori costi della produzione di vino biologico in regioni viticole non ideali dal punto di vista climatico.

Dal punto di vista dell’industria vinicola, dei tre pilastri della sostenibilità, il pilastro economico della sopravvivenza a lungo termine dell’azienda, è la dimensione più importante della sostenibilità. Solo le aziende economicamente valide e di successo possono investire nella sostenibilità ecologica e sociale.

Come concetto più recente, la certificazione di sostenibilità non è ancora così diffusa come la viticoltura biologica. È guidata dal Nuovo Mondo e dalla Francia, dove circa la metà dei viticoltori che hanno partecipato all’indagine sono già certificati sostenibili. In Spagna, Italia, Portogallo, Austria e Grecia, il 40-50% degli intervistati sta valutando la futura certificazione sostenibile. Delle più grandi cooperative e cantine, un terzo, ha attualmente una certificazione sostenibile o è in fase di certificazione. Nelle piccole cantine, la disponibilità è ancora minore. In Germania, dove hanno preso parte all’indagine anche molte piccole imprese, la maggior parte delle aziende non riesce ancora a immaginare una certificazione sostenibile.

I viticoltori intervistati, hanno dichiarato di aver attuato soprattutto misure di sostenibilità ambientale. In totale, due terzi delle aziende vitivinicole intervistate hanno ridotto l’uso di erbicidi (Francia e Austria sono in testa con l’80% davanti alla Spagna con il 74%) e hanno adottato misure attive per accrescere la biodiversità (Stati Uniti 78%, Francia 72%, Germania 61%). Complessivamente, la metà delle aziende agricole ha ridotto l’uso di pesticidi (Nuova Zelanda 100%, USA 90%, Francia 80%, Spagna 70%) e quasi un terzo ha ridotto l’uso di acqua (Sudafrica 90%, Nuova Zelanda 50%, Portogallo 40%).

A causa degli elevati costi di investimento, l’uso della tecnologia digitale per ottimizzare il consumo di acqua, di fertilizzanti ed erbicidi è ancora poco diffuso. I paesi del Nuovo Mondo (Australia 50%, USA 33% e Sudafrica 33%) guidano qui la classifica davanti  ai paesi del Vecchio Mondo (Spagna e Italia 22%, Francia e Portogallo 17%, Germania 11%).

Tornando alla rassegna vera e propria, il ProWein continua nella “vinitalizzazione” della propria offerta ovvero aprendosi ad un modello più mediterraneo di fiera, fatto di tanti eventi anche per i winelover, che bontà loro chiamano “la deutsche vita” (la germanizzazione della nostra dolce vita). Ad esempio: nel (Padiglione 4, Stand F 40)  debutterà la Lounge „urban gastronomy by #asktoni & ProWein”. Cinque workshop giornalieri con degustazioni ed interviste sono rivolti ai diversi livelli di competenza del personale gastronomico, dal principiante al professionista. Toni Askitis, gastronomo, Sommelier ed Influencer, riempie di vita questi workshop e trasforma la grigia teoria in veri e propri eventi life, che vengono trasmessi in streaming online in tutto il mondo.

Il turismo  enologico è un importante canale di vendita e di immagine per molti viticoltori. Secondo uno studio condotto nel 2019 dal DWI e dalla Hochschule Geisenheim, ha generato un fatturato totale annuo totale di 29,9 miliardi di euro. In combinazione con la forma vacanza di caravaning si aprono prospettive completamente nuove. La mostra speciale Caravaning, anch’essa debuttante nel 2022 è il risultato di una collaborazione tra ProWein da un lato ed il CARAVAN SALON Düsseldorf dall’altro, e riflette questa tendenza. Nel padiglione 1 (stand D80), i visitatori interessati o le aziende espositrici potranno informarsi sul fascino del tempo libero mobile e sulla scelta adeguata di veicoli a noleggio e possibilità di pernottamento presso il viticoltore.

Con circa 120 espositori provenienti da 24 paesi, il trend show “same but different” (sbd) nel padiglione 7.0, offre un’ampia gamma, attuale e diversificata, di bevande alcoliche artigianali, birra artigianale e sidro. Per quanto diversamente posizionate  siano le aziende espositrici, tutte hanno in comune l’obiettivo di una lavorazione attenta, sostenibile e creativa delle materie prime, un grande know-how artigianale, il principio della regionalità e una forte passione per il prodotto e le nuove tendenze – soprattutto per i visitatori professionali della gastronomia di tendenza, la scena del bar è perfetta. La tendenza attuale: zero alcol o bevande a ridotto contenuto alcolico.

“L’ingresso d’oro” nella zona  della Francia è la Champagne Lounge situata nel padiglione 9, con marchi noti come Ayala, Alexandre Bonnet, Collard Picard, Deutz e Heidsieck.  Un totale di circa 120 produttori di champagne sono rappresentati alla ProWein 2022, un riflesso del successo dello sviluppo del mercato con vendite e aumenti del fatturato nel 2021, di oltre il 30% (vendite: +36% a 5,7 miliardi di euro; vendite: +31% a 320 milioni di bottiglie.)

L’area del biologico con le associazioni internazionali Biodyvin (Francia), Bioland, Consorzio Vignaioli Del Trentino (Italia), Demeter, Ecovin e Vignerons de Nature (Francia) oltre ai singoli espositori, è nuovamente rappresentata nel padiglione 5 con una gamma rappresentativa. Si sono iscritti alla mostra speciale “Organic World”, altri 45 viticoltori provenienti dall’Europa come dall’Italia, Grecia, Francia e Spagna.