(di Sara Falchetto)
In occasione del convegno organizzato dal Consorzio Garda DOC, tenutosi a Lazise, il presidente Paolo Fiorini, ha lanciato un messaggio forte e chiaro: “La denominazione ha dei vantaggi strepitosi, quella del nome, della località, dei vitigni, ma forse manca ancora l’identità. Il consumatore conosce il Garda ma non conosce il vino del Garda. Avrei piacere che questa denominazione abbia il successo che si merita”. Parole che fotografano con precisione la sfida attuale del Consorzio: trasformare Garda DOC in un marchio riconoscibile e amato, non solo per la qualità dei suoi vini ma per l’esperienza che sa offrire.
Il convegno ha ribadito un concetto chiave: il vino oggi non si limita ad essere consumato, ma si vive. L’enoturismo è la leva strategica che può connettere vino, territorio e persone in un’esperienza autentica e multisensoriale. E il Lago di Garda, con il suo fascino internazionale e la sua bellezza in ogni stagione, si propone come un palcoscenico ideale per raccontare questo legame. Non si tratta solo di attrarre turisti, ma di coinvolgerli in un racconto più ampio, dove il vino diventa veicolo di cultura, paesaggio e stile di vita. In questo senso, il “fattore lago” diventa elemento distintivo: non solo sfondo, ma vero protagonista del brand.
I dati dell’indagine lo confermano: l’enoturismo gardesano è percepito come una delle leve più promettenti per rafforzare la riconoscibilità della denominazione. Tuttavia, questo potenziale è ancora parzialmente inespresso. Il brand “Garda DOC” soffre infatti di un’identità in via di costruzione e di una comunicazione che non sempre riesce a capitalizzare sulla forza evocativa del territorio. La sfida, allora, è duplice: da un lato occorre unire produttori e distributori in un modello di collaborazione capace di valorizzare il lifestyle gardesano. Dall’altro, è necessario costruire un sistema narrativo coerente che faccia del Garda un “luogo del vino”, e non solo un’area di produzione. Si tratta di rendere il vino protagonista di itinerari esperienziali, eventi territoriali, offerte turistiche integrate. In altre parole, trasformare il turista in ambasciatore del brand. La collaborazione con realtà della GDO come Esselunga e CDA conferma che il retail può diventare canale strategico se alimentato da un racconto autentico legato al territorio.
In questo percorso, il produttore ha quindi, un ruolo fondamentale: non è solo colui che crea il vino, ma anche l’ambasciatore di un territorio. Deve saper trasmettere la propria passione, coinvolgendo il consumatore in un’esperienza autentica, puntando su un marketing aggressivo e diretto. Oggi più che mai, l’enoturismo rappresenta un’opportunità strategica: far vivere il vino significa anche far scoprire il paesaggio, la cultura e la qualità della vita che rendono unico il Lago di Garda. Un’esperienza a 360 gradi che può trasformare un semplice assaggio in un legame duraturo con la denominazione.