(di Bernardo Pasquali). Ci risiamo! Ecco che salta fuori un altro paese “amico” che tenta indebitamente di appropriarsi di un nome italiano per rafforzare il mercato stagnante di propri prodotti agroalimentari. Ora tocca alla Slovenia che ha già presentato alla Commissione Europea una norma tecnica nazionale produttiva che va a stravolgere il concetto di “balsamico” nell’aceto, definendolo uno standard di prodotto. In pratica, il Governo Sloveno, ha deciso di varare una norma con la quale, qualsiasi miscela di aceto di vino con mosto concentrato, si potrà chiamare, e vendere, come “aceto balsamico”.

Un attacco spudorato alla storia agroalimentare italiana e, oltretutto, un’azione poco elegante e temeraria, contro uno Stato Membro. A parte il fatto che uno si domanda quale sia il valore di appartenenza all’Unione, se i risultati sono questi; rimane sostanzialmente poco elegante (usando dei termini sofistici…), l’atteggiamento di uno Stato che, senza alcun diritto, si appropria della storia di un popolo, passandogli sopra come nulla fosse, con superficialità e dabbenaggine.

Il neo Ministro alle Politiche Agricole, Patuanelli, ha affermato che il suo impegno di annullamento di tale norma richiesta alla Commissione Europea sarà forte e senza sconti. Il termine “Balsamico” infatti è già tutelato da prodotti come la DOP Aceto Balsamico Tradizionale di Modena e Reggio Emilia e l’IGP Aceto Balsamico di Modena. Sembra dunque che, peer la Slovenia, ciò non sia sufficiente. Coldiretti afferma che una disposizione del genere può influire negativamente sul mercato italiano, per un valore di perdita di almeno 1 miliardo di euro.

Non vi è alcun dubbio che la richiesta insita nella norma, che verrà analizzata antro il 3 marzo dalla Commissione Europea, è un chiaro esempio di “evocazione”. Un caso eclatante di claim inappropriato, in quanto elusivo, che confonde il consumatore finale. Un abuso bello e buono, di quelle che sono le norme sull’etichettatura europea degli alimenti. Le interrogazioni di alcuni parlamentari sono già partite. Su tutte, la prima, è quella presentata dall’ex Ministro De Castro che ha scritto direttamente al Presidente della Commissione Europea, il polacco Janusz Wojciechowski, chiedendo l’invalidazione della richiesta slovena e la tutela del nome “balsamico” tutelato da una DOP e una IGP.

Se questo non succederà sarà uno scempio verso uno dei prodotti Made in Italy più conosciuti al mondo e uno “sgarro” inaccettabile da parte di un membro dell’UE ad un altro membro. Insomma…se questa è l’Europa fraterna!