Per il mondo del vino tricolore sarà uno dei lasciti più importanti e definitivi: il decollo dell’e-commerce, la sua consacrazione come canale di distribuzione e, soprattutto, la considerazione della sua necessità nel channel-mix dei prossimi anni subentrando alla versione tradizionale delle enoteche. D’altronde, chi lo fà fare ad un consumatore di andare in enoteca, scegliersi i vini in piedi, prendersi sottobraccio un cartone di vino, portarselo sino all’auto e poi dal parcheggio a casa? Nessuno, quando con tre click sul cellulare il vino ti arriva direttamente a casa e già alla giusta temperatura? O quando il corriere ti porta a casa un cartone con quattro/sei etichette differenti, così da soddisfare tutte le sue voglie senza pensare allo stoccaggio delle bottiglie restanti?

Su questa rotta, i big del settore – come ci hanno confermato nei giorni scorsi in una serie di interviste (qui, qui, qui e infine qui) – hanno visto finalmente ripagati nelle scorse settimane i forti investimenti per creare dal nulla l’e-commerce del vino in Italia e sullo sviluppo di questo mercato scommetteranno ancora nel prossimo futuro. Sulla loro scia, decine di Cantine – piccole e medie soprattutto  (il Giv già da tempo ha il suo portale di vendita  online di gruppo, Vinicum) – hanno creato i propri e-commerce, con delivery diretta, o si sono agganciati a proposte collettive sorte last-minute.

Il trend ha coinvolto anche gli importatori, anche quelli di nicchia, che debbono confrontarsi anche con la necessità di salvaguardare la propria rete vendita sul territorio nazionale, ovvero uno dei capitali più difficili da conquistare in Italia. Una soluzione che tenga in piedi tutto però c’è. La formula è quella che sta sperimentando in questi giorni Emozioni oltre il Gusto, società che importa esclusivamente vini francesi, avviata nel febbraio del 2017 da Sergio Bruno, imprenditore e manager pugliese, veronese di adozione. Due numeri sulla società scaligera: dalle prime 3500 bottiglie vendute nel 2017 si è arrivati alle 9500 collocate nel 2019 grazie ad una rete di una quindicina di agenti e distributori nelle piazze più importanti d’Italia; a Milano, la collaborazione è anche con Winelivery, una delle piattaforme a maggior crescita in queste settimane, che ha in portafoglio una decina di vini di Emozioni oltre il Gusto. Un portafoglio formato da 25 cantine d’Oltralpe importate, 6 delle quali bio, con oltre170 etichette in catalogo che affianca alla Champagne tutte le regioni vinicole francesi. Una scelta maturata a seguito di molti viaggi in Francia, decine di incontri coi vigneron, la partecipazione a tantissime rassegne anche regionali per andare a scovare nuove realtà da proporre al mercato italiano che, oggi, e forse non a caso, compra dell’offerta di Bruno soltanto il 35% di Champagne.

«La mia scelta è davvero personale – spiega Sergio Bruno all’Italian Wine Journal – ed è basata su pochi parametri: rigore estremo nella produzione, sanità del prodotto, piacevolezza e bevibilità. Scelgo una Cantina dopo più incontri valutando il grado di fiducia e di empatia che nasce: c’è la passione assieme al lavoro e le cose debbono andare di pari passo. La nostra clientela è stata sino ad oggi al 90% horeca con una quota residuale di privati. La situazione attuale è chiara: non sappiamo quando riaprirà l’horeca italiano, con quali regole di distanziamento sociale, con quale risposta da parte dei winelover. Ristoratori e barman dovranno anche cambiare il loro approccio al cliente e i cambiamenti potrebbero non essere così veloci».

Da qui l’avvio dell’e-commerce che riguarda tutto il portafoglio dell’importatore, con la possibilità di acquisti di più cantine contemporaneamente: «Certamente il sito ha una funzione commerciale immediata – aggiunge Sergio – ma lo vedo come un indispensabile motore di comunicazione e di promozione. Prima di avviarlo (e qui sta la novità) ne abbiamo discusso a lungo coi miei collaboratori: non doveva essere un’opzione che andava a ledere il loro lavoro, sottraendo magari i frutti legittimi di un lungo lavoro di promozione fatto door-to-door, ma un’opportunità per tutti. Di conseguenza, se il cliente risiede in una zona d’Italia dove è presente un rivenditore la commessa sarà reindirizzata all’agente; se la domanda arriverà da Milano o dalle altre città del servizio Winelivery e sarà per un numero non ampio di bottiglie, il consiglio sarà quello di passare direttamente a Winelivery abbattendo così i tempi di consegna e i costi del servizio (la consegna diventa infatti gratuita da € 150 in su). E d’altro canto, se la richiesta è per un numero di cartoni significativo, la questione verrà regolata extra-portale alle condizioni di mercato riservate agli ordini di maggiore dimensione. L’e-commerce diventa così un’occasione ulteriore di fidelizzazione della nostra squadra e di comunicazione costante dei nostri vini,  interagendo coi social media divenuti parte oramai integrante della narrazione del vino».

L’avvio in-house non esclude neppure collaborazioni con portali più strutturati e dai volumi ancora più ampi: «No. Restiamo aperti alla collaborazione. Inserire i nostri vini nel catalogo di un e-commerce maggiore è un’opportunità che ci piacerebbe cogliere. Vogliamo crescere, e la collaborazione resta la formula migliore».