(di Bernardo Pasquali). Agricoltura 4.0 è la nuova frontiera che sta avvicinando sempre più le giovani generazioni che conducono le attività di gestione dei terreni e delle produzioni agroalimentari. Lo afferma il rapporto annuale tenuto dal Politecnico di Milano , l’Università di Brescia, il RISE (Research &Innovation for Smart Enterprises e Osservatori.net.

Nonostante la crisi e le perturbazioni inevitabilmente riconducibili alla pandemia, il mercato mondiale delle applicazioni, dei prodotti, dei servizi e delle soluzioni digitali per la filiera agroalimentare continua a crescere sia a livello globale, sia a livello nazionale. Uno dei settori che crescono in maniera costante è sicuramente quello della Blockchain. La Pandemia si è certamente fatta sentire, rallentando alcuni processi di innovazione, ma non ha bloccato un trend di sviluppo ormai inarrestabile.

Il volume di affari che coinvolge le aziende che hanno integrato l’Agricoltura 4.0 è passato dal 2017 al 2020 da 100 milioni di Euro a 540 milioni di Euro. Eppure pensate che la superficie coltivata con strumenti di Agricoltura 4.0 è dell’ordine del 3-4% della superficie totale italiana. Dati quindi ancora molto piccoli.

Quali sono le soluzioni digitali più usate nelle aziende agricole?

Vediamo ora quali sono le soluzioni digitali nelle aziende agricole italiane maggiormente scelte: 37% software gestionali aziendali; 33% sistemi di monitoraggio e controllo di macchine agricole; 27% servizi di mappatura di coltivazione dei terreni; 27% sistemi di irrigazione di precisione; 17% Sistemi di monitoraggio e controllo di coltivazioni e terreni; 15% sistemi di supporto alle decisioni; 15% sistemi di gestione da remoto di infrastrutture aziendali; 10% sistemi di distribuzione a rateo variabile.

Quali sono le soluzioni digitali più utilizzate nelle aziende agroalimentari?

Per il 75% la voce più significativa è quella di software di gestione per la gestione della logistica; 57% dispositivi portatili; 34% ERP; 28% Cloud; 28% data & Big data analytics; 26% internet; 16% automazione avanzata. Il digitale viene usato soprattutto in ambito di gestione logistica per il 90%, produzione 89%, tracciabilità e rintracciabilità 89%; 84% approvvigionamento delle materie prime; 70% controllo qualità; 52% certificazioni e rapporti con le Pubbliche Amministrazioni.

L’innovazione digitale al servizio dell’industria agroalimentare

I fabbisogni principali che spingono all’adozione di soluzioni digitali risultano essere la necessità di perseguire maggiore efficienza nei processi produttivi (52%), di ridurre la distanza con il consumatore finale (47%) e di migliorare la gestione logistica e la traccia- bilità dei lotti (45%). Ed è proprio in quest’ultima area, peraltro, che il digitale sembra ap- portare i maggiori benefici, consentendo di ridurre i tempi necessari a rintracciare i prodotti in caso di criticità e a raccogliere i dati sul prodotto lungo la filiera, con relativo risparmio di costi. Lo scenario positivo si conferma anche guardando alle intenzioni all’investimento per il futuro, con l’85% delle imprese che dichiara di voler investire entro i prossimi tre anni in almeno una delle tecnologie investigate dall’analisi. In particolare, proseguiranno gli inve- stimenti nelle soluzioni Mobile (di interesse per il 54% delle imprese) e nei software di ge- stione dei fornitori e del magazzino (43%).

L’effetto Blockchain sul mondo agricolo e agroalimentare italiano

Nell’ambito dell’innovazione del settore agroalimentare, le tecnologie Blockchain & Di- stributed Ledger continuano a suscitare un forte interesse. Nei progetti internazionali che implementano tali tecnologie, l’agroalimentare si conferma anche quest’anno il terzo settore.
per numero di progetti pilota e operativi (7% su un totale di 1242 casi) . La tecnologia si trova comunque ancora in una fase sperimentale: dei 93 casi d’uso, il 61% sono perlopiù annunci e il 31% sono progetti pilota, mentre solamente l’8% rientra nella categoria dei pro- getti realmente operativi. L’implementazione della Blockchain nel settore continua ad essere spinta dai soggetti a valle della filiera, in particolare i grandi attori della trasformazione e della distribuzione.