Uve sane dal grande potenziale aromatico e evolutivo, questo il quadro che alla vigilia della vendemmia emerge dallo studio condotto dal Consorzio dell’Asti. I risultati delle analisi condotte dal laboratorio consortile, basate su campioni raccolti in 39 vigneti rappresentativi dell’area, mostrano un’uva di qualità, con alcuni valori analitici che lasciano presagire un grande futuro per la vendemmia 2019. La sanità delle uve si accompagna ad un’acidità superiore alle ultime vendemmie, a tutto beneficio del profilo organolettico e della longevità del futuro Asti Docg e Moscato d’Asti Docg.
L’andamento climatico primaverile ha rallentato la maturazione, riportando la vendemmia al suo periodo tipico e riallineando le curve di maturazione tecnologica ed aromatica. Buone le concentrazioni di linalolo, la molecola dalla quale dipendono le principali fragranze del Moscato, soprattutto nelle uve più ricche di zucchero. A trarne beneficio il bouquet dei vini. Aromi unici, che si trasferiscono dall’uva ai vini grazie alla catena del freddo, procedura tecnologica che mantiene integri gli aromi ed i sapori dell’uva raccolta.
“Siamo finalmente giunti alla vendemmia, il momento che ogni viticoltore attende con ansia.” dichiara Guido Bezzo, Responsabile del laboratorio di analisi del Consorzio dell’Asti Docg. “Ci arriviamo al termine di un anno soddisfacente, con viti e grappoli che hanno beneficiato delle piogge cadute e di temperature adeguate alla corretta maturazione. La grande sanità mostrata dagli acini unita ai dati analitici sembra la condizione ideale affinché si sviluppi quell’ampio bouquet aromatico tipico del Moscato.”