(di Bernardo Pasquali). Nel giorno della Santa Vigilia della Pasqua, Antonio Carpenedo, si è spento tra le braccia dei suoi famigliari. Novant’anni vissuti in pienezza, innamorato della sua famiglia, della sua terra di Treviso e del suo lavoro di casaro.
Antonio lascia la sua musa ispiratrice, il suo vincastro che lo ha accompagnato per oltre 50 anni tra sacrifici e conquiste, la moglie Giuseppina. Con lei i suoi adorati figli Ernesto, Stefania e Alessandro che con lui hanno condiviso l’affetto di un padre e il sogno di un’impresa visionaria. 

Antonio Carpenedo ha rivoluzionato il mondo del formaggio

Con Antonio se ne va un rivoluzionario del formaggio che ha inventato un nuovo modo di pensare e vivere il mondo caseario. Con lui, nasce e si consolida, la tecnica dell’affinamento. Un modo nuovo di vivere e gustare il formaggio a tavola.


Dopo una infanzia e giovinezza come casoìn, passata dietro il banco della Alimentari Carpenedo di Preganziol insieme al padre Ernesto, negli anni Sessanta conduce la sua attività di produzione della Casàta, la formaggella che anticipò il successo dell’attuale Casatella Trevigiana DOP, nell’ex Caseificio ternario di Rovarè di San Biagio di Callalta in via Roma. Nel 1965 partì con la sua Millecento piena di Casàte e iniziò da Bologna la sua prima tentata vendita di un formaggio completamente sconosciuto al di fuori della sua Treviso.

A fine 1967 ne vendeva in tutta Italia 32 quintali, più di 8000 forme!
La vera svolta avviene però nel 1976, quando riprende l’escamotage di una tecnica contadina iniziata per necessità, durante la Grande Guerra, e inventa il primo Formaggio Ubriaco della storia. Con le forme di Latteria produce il primo Ubriaco di Raboso e decide di registrare il marchio Ubriaco® come metodo di affinamento e trasformazione gourmet dei formaggi. Inventa il metodo della T.U.T.A. come tecnica specifica che permette di integrare gli ingredienti extracaseari all’interno delle forme. 

Dall’Ubriaco di Raboso al Vento d’Estate fino al successo mondiale del formaggio Blu 61

Dopo i formaggi Ubriaco® inizia l’avventura di affinamento in barrique ottenendo il grande successo con il Vento d’Estate®, nato da un’intuizione visionaria durante una scampagnata sul Monte Grappa. Assieme ai figli riesce a conquistare l’Italia e il mondo con i suoi prodotti e nel frattempo continua a cercare una struttura che possa accogliere la sua idea rivoluzionaria di affinamento.

Solo nei primi anni 2000 si stabilisce definitivamente nell’attuale sede di Camalò di Povegliano, alle pendici del suo amato Montello. Non la chiamerà caseificio ma sarà la sua cantina dei formaggi dove riuscirà a perfezionare e creare il grande successo internazionale che accompagna tuttora La Casearia Carpenedo

Il 2011 consacra Antonio Carpenedo nell’olimpo dei più grandi interpreti del mondo caseario internazionale, quando riesce a compenetrare in un erborinato, il Passito di Raboso del compianto Giorgio Cecchetto creando il suo regalo di matrimonio alla sua adorata Giuseppina. Nasce infatti il Blu 61, un formaggio iconico, il testamento di un uomo che non ha mai smesso di sognare e di guardare verso l’infinito. Con il Blu 61 conquista i migliori negozi del mondo posizionandolo in più di 30 nazioni e arrivando sulle vetrine di Harrod’s a Londra, Lou di Palo a Manhattan e le eleganti Fromageries di Parigi.

Antonio Carpenedo è stato un vero patrimonio per la gastronomia italiana nel mondo

Antonio Carpenedo ha scardinato dal di dentro l’universo caseario e lo ha riempito di emozioni dando la possibilità a moltissimi interpreti nel mondo di creare nuovi formaggi e offrendo una nuova opportunità di impresa.

Antonio Carpenedo inventa un nuovo modo di vivere gourmet. I formaggi li ha colorati, profumati, insaporiti. Antonio non aveva un pennello tra le mani ma un mestolo e lo spino.
I suoi colori erano il mosto e il vino; Il pepe o il fieno; il miele o la birra. La sua tela, due facce e uno scalzo di un formaggio invisibile.
Antonio Carpenedo è un patrimonio culturale e gastronomico dell’umanità, un rivoluzionario della comunità internazionale del cibo.