In un esercizio che vedrà molte aziende del settore perdere fatturato, Masi Agricola nel 2024 ha retto alla prova dei mercati registrando una leggera crescita del venduto, ma vedendo il conto economico caratterizzato dagli investimenti realizzati per la cantina di Valgatara e Monteleone21, il nuovo centro polifunzionale che verrà aperto nelle prossime settimane e che renderà Masi ancora più protagonista nell’enoturismo, la chiave per salvare i bilanci del settore vitivinicolo nei prossimi anni. Il CDA ha approvato ieri la bozza di bilancio 2024 che andrà in assemblea il 30 maggio prossimo.

Il mercato del vino, dopo il boom post pandemia, ha registrato una costante contrazione dei consumi a livello mondiale che ha penalizzato soprattutto i vini rossi e che ha visto persino la generazione degli over-50 iniziare a ridurre i consumi. I vini veneti, e prevalentemente i rossi, hanno sofferto in misura superiore alla media in particolari mercati, tra cui il Canada e la Scandinavia. Specificamente l’Amarone, pur avendo incrementato i prezzi di vendita, denota un’accentuata pressione sulla marginalità derivante dai costi delle materie prime uva e vino, aumentati negli ultimi anni sia per le politiche della Denominazione, che per i costi di gestione del vigneto.

In questo quadro, Masi Agricola – società benefit quotata in Borsa, sopra il grafico a 5 anni – ha registrato ricavi netti consolidati per 66,8 milioni di euro (66,4 mln di euro nel 2023, +0,6%); l’Indebitamento Finanziario Netto è salito a 27,0 milioni di euro (contro i 16,0 mln di euro al 31 dicembre 2023); l’EBITDA Adjusted è calato a 6,7 milioni di euro (7,2 mln di euro nel 2023) e l’EBIT si è attestato a 1,8 milioni di euro (3,0 mln di euro nel 2023). Masi, e con lei le altre grandi realtà riunite nell’Istituto Grandi Marchi si è vista negare i fondi OCM per la promozione nei mercati extra-UE: è il secondo anno consecutivo che queste cantine – tutte di primissimo piano – restano fuori dal budget dei sostegni pubblici al settore che così tanto successo hanno garantito nel recente passato. Il risultato del periodo vede così una perdita di 1,1 milioni di euro (contro lo 0,7 mln di euro di utili nel 2023).

Commenta Sandro Boscaini, presidente di Masi Agricola: «Le vendite sono cresciute progressivamente nel corso dell’esercizio, atterrando alla fine in leggero positivo sul 2023. Abbiamo visto attenuarsi l’effetto-destock che ha penalizzato i ricavi sia nostri che di tutto il settore vinicolo fin dall’anno precedente. Permane però un generalizzato rallentamento dei consumi un po’ in tutti i mercati, che adesso riguarda non solo il vino, ma moltissime altre merceologie: troppe incertezze, anche per le tante criticità geopolitiche internazionali.

A livello di redditività, rispetto al 2023 impattano costi per servizi non ricorrenti, collegati all’adozione dello status di società benefit e del paradigma ‘Masi Green Governance’, unitamente agli oneri finanziari conseguenti agli importanti investimenti in corso, primo tra tutti il nuovo visitor center Monteleone21 in Valpolicella, una vera e propria ‘brand house’ su cui puntiamo anche in chiave enoturistica, che dallo scorso Vinitaly è aperta per eventi collettivi e che a breve aprirà anche quotidianamente per clienti individuali. Continuiamo comunque a lavorare sul posizionamento di marca, l’omni-canalità distributiva, il direct-to-consumer, l’innovazione di prodotto e l’ampliamento di gamma».

Masi Agricola, il bilancio 2024

Vediamo dove ha venduto Masi nel 2024; la grafica qui sotto è molto chiara: tengono Italia e mercati nordamericani che soprattutto nella seconda parte del 2024 hanno garantito fatturato alla maison della Valpolicella. In Canada (storicamente il più volumetrico mercato export) si è registrato un grande recupero sull’esercizio precedente, in particolare nell’ultimo trimestre 2024, grazie all’apertura delle vendite degli alcolici del canale private retail nella provincia dell’Ontario, finora ad esclusiva distribuzione monopolistica.

Cedono i paesi europei – la crisi tedesca si fa sentire – e i mercati del “resto del mondo” che però, per Masi, non è così determinante. I consumatori hanno messo un po’ in secondo piano i top wines per puntare invece ai vini classici ed ai premium.

Di seguito il conto economico dove si evidenzia come l’EBIT passi da 2,983 milioni a 1,786, dopo aver spesato ammortamenti e
svalutazioni per poco più di 4 milioni €. Cresce anche il peso degli oneri finanziari – legati ai massicci investimenti avviati nel recente passato – da 1,477 milioni a poco più di 2. L’incremento degli oneri finanziari deriva dal combinato effetto dei maggiori tassi di interesse passivi e del maggiore utilizzo dell’indebitamento finanziario netto.

Ed ora c’è il 2025 che è partito con l’incubo dazi statunitensi e che oggi vede un rimbalzo che sfrutta i 90 giorni di tregua concessi da Donald Trump. Ma Masi guarda più avanti e apre ancora di più il suo portfolio a vini bianchi, rosati e spumanti: ad esempio col recente sbarco in Oltrepò Pavese con l’acquisto della tenuta Casa Re e il conseguente lancio dello spumante Metodo Classico Moxxé del Re, come pure lo sviluppo di Canevel Spumanti a Valdobbiadene, che anche nel 2024 ha continuato a crescere, raggiungendo livelli di ricavi e redditività mai conseguiti finora (e nel 2025 ha debuttato il San Biagio Brut Nature Valdobbiadene DOCG, spumantizzato “sur lie” come vuole la tradizione locale).

Chiuso il contenzioso col socio Red Circle di Renzo Rosso – le quote sono state rilevate da Sandro Boscaini, Bruno Boscaini e
Mario Boscaini – Masi vede rafforzato il suo nocciolo duro di azionisti (i tre di cui sopra) con l’83,49% delle azioni cui si affianca la Fondazione Enpaia, con l’8.21% del capitale ed un flottante dell’ 8,3%. Il bilancio 2024 è stato comunicato, ovviamente, a mercato chiuso e ieri l’azione è stata fissata in controtendenza con un calo del 2,17% – a fronte di un risultato complessivo di Piazza Affari positivo per l’1,09 – a € 4,06 per azione lontano dal massimo di 5,8€/azione fissato il 3 giugno 2022 quando l’ottimismo del mercato era palpabile.