(di Bernardo Pasquali). Il Turismo Enogastronomico salverà l’Italia? Magari la frase sembrerà un pò forte ma sta di fatto che, in un periodo storico di incertezza economica, questo settore sta crescendo in doppia, addirittura, tripla cifra. In modo particolare dopo la pandemia, le mete italiane che abbinano sapienza enogastronomica e “grande bellezza” sono diventate un binomio irrinunciabile per i turisti e globe-trotter.
Il traguardo di acquisti riguardanti le eccellenze alimentari italiane nelle aziende, nonché i guadagni dalle tavole degli agriturismi, hanno raggiunto e superato i 400 milioni di euro. Una crescita costante che ha visto un +9% rispetto al 2023 e che testimonia, non solo il valore delle materie prime, l’inesauribile patrimonio architettonico, culturale e paesaggistico che l’Italia mette a disposizione; sono valori che testimoniano la grande bravura degli italiani di saper gestore queste grandi opportunità in business dell’accoglienza.
E’ tutto merito nostro!
Il grande successo del turismo enogastronomico è il frutto di una grande azione di formazione del personale, soprattutto giovane, e di sostegno alle attività di marketing dei piccoli territori sconosciuti. Il mondo del vino, come in molti altri casi, ha anticipato molti altri settori. E pensare che alcuni colleghi giornalisti si erano addirittura convinti che fosse tempo perso e che “il turismo enogastronomico non serve a nulla per sostenere l’economia del vino”. Io sono sempre stato dell’opinione contraria, ossia che l’acquisizione di professionalità e metodi alternativi per far arrivare clienti e visitatori nelle cantine, avrebbe offerto motivi di crescita e salvaguardia economica delle cantine.
Prima l’enoturismo e poi il più vasto settore dei viaggi gastronomici sarebbero diventati la linfa vitale di territori fragili ma colmi di potenzialità. L’ha capito anche il Molise che per troppi anni era rimasto alle corde. Lo sanno i tanti paesi spopolati dell’Appennino centrale dove è ritornata la speranza. Lo dimostra il grande lavoro che sta facendo la Regione Calabria cercando di uscire dal pregiudizio negativo che l’ha soffocata per troppi anni. L’imprenditoria legata al turismo enogastronomico è rifiorita e l’età media dei nuovi imprenditori si è abbassata moltissimo, soprattutto al Sud, creando un volano virtuoso di entusiasmo e ricchezza, di cui stiamo vedendo solo l’inizio.
Il Turismo enogastronomico come “arma” per contrastare l’overtourism
Le città d’arte e i capoluoghi più importanti d’Italia sono soffocati da un turismo incontrollato che va ben oltre l’affollamento. Ci sono giorni in cui città come Venezia, Napoli, Roma, diventano invivibili e insopportabili, non solo per i residenti ma, soprattutto, per i turisti paganti che sgomitano per farsi largo tra le vie e sprecano il loro tempo in lunghe file di attesa alle biglietterie dei musei, quando ancora questi siano visitabili.
L’overtourism potrebbe diventare il pericolo più grande per il turismo. Il turismo enogastronomico permette di delocalizzare e di spostare turisti dal centro alle periferie. La crescita esponenziale degli agriturismi e dei B&B o, addirittura, l’affermarsi sempre più numeroso, dei glamping e di altre strutture innovative per far vivere emozioni uniche ai clienti, testimonia la forza di questo movimento che sta aprendo nuove strade e nuove prospettive economiche per una realtà che fino a 10 – 15 anni fa rimaneva bucolica e snobbata dai più.
Turismo enogastronomico deve far rima con lifestyle italiano
Arte, cultura, storia, ambiente e persone. Sono le 5 punte di una stella che brilla sempre più forte nel firmamento economico italiano. Si dice che i Maneskin una volta che hanno spopolato in America, abbiamo agitato un interesse inaspettato ma sostanziale, da parte dei giovani americani, i quali designarono da quel periodo, l’Italia, come primo posto in cui sarebbero voluti approdare. I numeri dei turisti americani giovani salirono di percentuali a doppia cifra e la loro ricerca riguardava soprattutto dei valori che non erano fisici e tangibili: cercavano il modo italiano, il lifestyle, il modo di vivere la vita con eleganza e spensieratezza tipiche della nostra cultura latina.
Il patrimonio enogastronomico come fonte inesauribile di idee per l’accoglienza emozionale
Non dobbiamo inventare niente. Siamo custodi di un creato che in Italia ha dato il meglio di sé. Questo privilegio lo stiamo gestendo con crescente responsabilità e professionalità. L’enogastronomia diventa il vero plus irrinunciabile e inimitabile che completa sapientemente l’offerta turistica dalle città alla campagna, dal mare alla montagna. È anche per questo motivo se il solo turismo internazionale ha speso nell’enogastronomia nostrana 363 milioni di euro nell’ultimo anno.
Gli arrivi 2024 risultano in crescita rispetto al 2023: al primo posto tra i turisti esteri che scelgono l’Italia c’è la Germania (14,8% nei primi 9 mesi dello scorso anno), poi Francia (13,2%), Regno Unito (7,5%) e USA (circa 5%). Emerge una correlazione diretta tra l’export dei nostri prodotti ed il turismo enogastronomico in arrivo. Le eccellenze del Made in Italy esportate rappresentano, infatti, il primo “biglietto da visita” del nostro Paese all’estero e attraggono turisti in arrivo.
Primeggia il settore dei prodotti agroalimentari: nei primi 6 mesi del 2024 l’export di questi è risultato pari a circa 34 miliardi di euro (+7,1% su gennaio-giugno 2023, con una previsione di chiusura ’24 a 70 miliardi). I principali Paesi destinatari delle esportazioni agroalimentari nostrane sono Germania (15,4% sul totale), Stati Uniti (11%), Francia (11%) e Regno Unito (6,8%), che si ritrovano per l’appunto tra le nazioni che maggiormente scelgono l’Italia.
Attenti ai nuovi trend che valorizzano open air e contatto diretto con la natura
Proseguendo con i nuovi stili turistici, merita attenzione quello open air: ultimo dato disponibile, in Italia si contano circa 20.000 esercizi agrituristici con oltre 295 mila posti letto. Si tratta di una modalità di vacanza in piena natura per cui gli arrivi turistici superano i 4,5 milioni, con un trend di aumento costante dal 2018 (ancora +11% nel 2023). Quella all’aria aperta è una scelta di vacanza che attrae nello specifico i turisti internazionali, ben nel 51% dei casi, nella quale si insedia in maniera perfetta la proposta del turismo enogastronomico..
Complessivamente si contano 16,6 milioni di pernottamenti con un’incidenza dei mercati internazionali superiore al 60% del totale. Negli ultimi 9 anni la crescita di questo comparto all’aria aperta raggiunge il +62,7% per gli arrivi e il +47,2% per i pernottamenti. I primi 5 paesi di provenienza sono la Germania, con un’incidenza del 41% sul totale internazionale, i Paesi Bassi (8%), gli Stati Uniti (6,5%), Francia (4,5%), Svizzera e Liechtenstein (4,8%).
Il Turismo Enogastronomico passa anche dal turismo rigenerativo
Riguarda soprattutto le fasce giovanili più coinvolte e sensibili alle tematiche ambientali. La tendenza di svolgere viaggi alla scoperta dell’ambiente e delle campagne italiane, in maniera responsabile con un occhio di riguardo alla salvaguardia della natura circostante è in forte crescita. Secondo ultimi dati Booking, il 44% dei consumatori alto-spendenti in Europa, Asia e Nord America sarebbe disposto ad aumentare del 10% la propria spesa per i viaggi se ciò contribuisse alla protezione dell’ambiente; il 39% di loro sarebbe addirittura disposto a spendere di più. Un concetto che trova d’accordo anche gli italiani: il 64% considera l’ambiente e la sostenibilità come fattori influenti nelle proprie decisioni di viaggio, un dato che sale al 71% tra gli under 35.
Una nuova coscienza architettonica per il turismo enogastronomico
In tutte le nuove costruzioni o i restauri di complessi aziendali storici, il concetto di turismo enogastronomico, determina la visione complessiva strutturale e architettonica degli interventi. Non si pensa più ad una cantina senza sala per l’accoglienza, testing room, shop, percorso di visita ecc… Lo si vede sempre più anche nelle aziende del mondo food che per molto tempo erano rimaste delle aziende agricole immerse nelle campagne e ora, diventano cascine, bagli, masserie, casali, dove il turismo enogastronomico diventa cruciale per l’economia dell’azienda.
La nuova sfida per il futuro sarà quella di trasformare il territorio italiano in una piccola costellazione di strutture ecosostenibili, integrate con il territorio, biocompatibili, dove si compia una agricoltura qualificata coadiuvata da apporti tecnologici innovativi, con donne e uomini che producano eccellenze nel pieno rispetto della cultura e della tradizione italiana. Il turismo enogastronomico sarà il volano e il catalizzatore di tutti questi interventi territoriali che porteranno l’Italia verso un futuro sempre più attraente per il turismo internazionale.