(di Sara Falchetto)
Il 5 ottobre si è svolta la ventiquattresima edizione di Profumi di Mosto, l’evento che celebra la vendemmia con un itinerario unico alla scoperta di vini, sapori e paesaggi della Valtènesi, nel cuore della sponda bresciana del Lago di Garda. Durante la manifestazione, venticinque cantine hanno aperto le loro porte ai visitatori, dedicando una giornata al vino, in particolare quello prodotto con vitigni autoctoni.
Profumi di Mosto rappresenta per il Consorzio Valtènesi un’occasione speciale. Paolo Pasini, presidente del Consorzio, afferma: “Questo evento è un’opportunità per aprire le porte delle nostre cantine e del nostro territorio, accogliendo chi desidera conoscere la Valtènesi e la sua vocazione vitivinicola. Questa terra, sospesa tra il lago e le colline, custodisce una tradizione che si esprime attraverso vini raffinati e strettamente legati al loro luogo d’origine.
Ogni calice racconta il carattere mediterraneo della riviera gardesana e il lavoro dei nostri produttori, un patrimonio che vogliamo condividere con chi cerca esperienze autentiche e di qualità. – afferma il presidente – la nostra missione è preservare e far crescere questa eredità, producendo vini che siano veri ambasciatori della nostra cultura, storia e identità. Crediamo nella forza della filiera corta, nella trasparenza di ogni passaggio produttivo e nella sostenibilità come valore imprescindibile per un futuro migliore. La nostra visione è chiara e ambiziosa: vogliamo che la Valtènesi diventi un faro internazionale per il rosé di eccellenza, riconosciuto non solo per la qualità superiore, ma anche per la sua capacità di evocare un senso profondo di appartenenza e bellezza.”
Il programma di Profumi di Mosto
Durante la giornata, i partecipanti hanno avuto la possibilità di scegliere un massimo di tre cantine da poter visitare, con tre vini da degustare per ogni azienda, ciascuno accompagnato da un assaggio gastronomico pensato per esaltarne i profumi e l’identità. Si poteva costruire liberamente il proprio percorso oppure lasciarsi guidare da uno dei tour tematici, a tre tappe, progettati per raccontare le diverse sfaccettature della Valtènesi.
La prima cantina visitata è stata Conti Thun, un’azienda giovane fondata da Ilona e Vittorio nel 2018, ma con radici solide grazie all’esperienza di Christian e Luca, che si occupano della gestione dei vigneti da ben 35 anni. Con un perfetto mix di tradizione e innovazione, la cantina si estende su 15 ettari in Valtènesi e 2 ettari di Sauvignon Blanc in Sud Tirolo.
Durante la degustazione, ci sono stati presentati tre vini: Gioia, un Riesling composto da tre varietà a bacca bianca, che esprime una piacevole sapidità e note agrumate. È un vino fresco, che con l’affinamento svilupperà sentori di miele e frutta secca. Si è proseguito con Micaela, il nome di questo vino è un omaggio alla figlia dei proprietari. È un blend di quattro varietà a bacca rossa: Groppello, Barbera, Sangiovese e Marzemino, le più rappresentative del territorio.
Infine il vino rosso Leonardo, dedicato al figlio dei proprietari, un blend delle stesse varietà di Micaela, ma vinificate in rosso. Al naso prevalgono note di ciliegia sotto spirito, pepe nero e pepe verde, con un intrigante pseudo-calore, grazie ai suoi 13 gradi di alcol. L’affinamento avviene per sei mesi in acciaio, sei mesi in rovere francese e sei mesi in bottiglia
Terminata la degustazione, la visita è proseguita nel Teatro del vino, dove è stato proiettato un video di presentazione dell’azienda, molto interessante e ben curato. La guida ha riassunto un po’ quello che è successo in sette anni di attività, durante i quali l’azienda ha evoluto la sua visione. Nata nel 2018 con l’idea di creare una cantina diversa, fuori dagli schemi, che offrisse agli ospiti non solo i vini ma anche un experience.
Nel 2019, hanno ristrutturato la cantina, seguita nel 2020 dalla realizzazione della barricaia. Nonostante le difficoltà del 2020, che hanno messo a dura prova il settore vinicolo, l’azienda non ha mai mollato, aprendo il Wine Bar e, nei due anni successivi, ha continuato a coinvolgere il pubblico con picnic ed eventi all’aperto. Nel 2022, con la fine della pandemia, è nato il Wine Resort, una struttura con 24 camere, pensata per accogliere turisti, soprattutto stranieri. Un ulteriore riconoscimento per il lavoro svolto è l’inserimento ogni anno, dell’azienda nella guida del Gambero Rosso.
Gli ospiti hanno potuto visitare anche la barricaia, dove riposano i vini rossi che fanno affinamento in rovere. Qui si trova Michelangelo è un vino corposo, ideale per il fine pasto, mentre Leonardo, con una maggiore acidità, è perfetto per accompagnare il pasto. Entrambi sono prodotti dalle stesse varietà di uva, ma con una diversa composizione delle percentuali, che cambia la struttura del vino.
La visita si è conclusa in cantina, un ambiente impeccabile e curato nei minimi dettagli, dove si trova una porta storica, proveniente dalla vecchia cantina che precedeva l’arrivo di Conti Thun. Nulla viene sprecato, ogni elemento viene riutilizzato, sia per il design della cantina che del wine resort, o rivenduto. Le vasche della cantina sono tutte a temperatura controllata e, negli ultimi anni, sono aumentante grazie all’ampliamento della cantina. Tra le varie strutture, molto importanti sono le vasche in cemento, provenienti dalla vecchia cantina, un materiale fondamentale per conferire complessità al vino. Inoltre, vengono utilizzate le Clayver, botti in ceramica che mantengono una temperatura costante, risolvendo alcuni problemi legati alla vinificazione.
La seconda tappa di Profumi di Mosto è stata da Cantine Scolari, una storica realtà vitivinicola situata a Puegnago del Garda. Fondata nel 1929, questa cantina rappresenta una colonna portante del territorio gardesano. Da alcuni anni a guidare l’azienda è la famiglia Goffi, che ha saputo imprimere una nuova energia all’azienda, combinando rispetto per la tradizione e una visione moderna e dinamica. Sotto la nuova guida, Cantine Scolari ha intrapreso un importante percorso di rebranding, trasformando profondamente la propria immagine e comunicazione, pur restando fedele alle radici del territorio. Il risultato è una proposta enologica che esprime al meglio il connubio tra passato e innovazione.
Tra le etichette di punta spicca Bellerica, un Riviera del Garda Classico Valtènesi DOC Chiaretto, frutto di un sapiente blend: 50% Groppello, 20% Marzemino, 15% Sangiovese e 15% Barbera. Questo rosato sorprende per le sue delicate note floreali e fruttate, che richiamano la pesca e i frutti rossi, e per il suo finale fresco e sapido, ideale in abbinamento a primi piatti leggeri o carni bianche. Nel panorama dei rossi, il protagonista assoluto è il Groppello, vino simbolo del territorio, composto all’85% dall’omonimo vitigno autoctono e completato da Barbera, Sangiovese e Marzemino. È un omaggio autentico alla Valtènesi, con profumi di frutta matura e un gusto morbido, fresco, dalla beva vellutata.
Interessante anche l’etichetta Bollicine Rosé, uno spumante che utilizza le stesse varietà dei vini fermi, ma con l’obiettivo di offrire un’esperienza diversa: quella della bollicina, pensata per chi ama l’eleganza e la versatilità in un calice. Cantine Scolari si distingue anche per la sua linea Cavalieri del Lago, nata dalla collaborazione con l’enologo Fabio Contato. Una collezione di vini pensata per raccontare l’anima del territorio gardesano, tra cui spiccano Lugana Siosol, Lugana DOP e Valtènesi Chiaretto, espressioni autentiche dell’amore per questa terra.
Ma la produzione di Cantine Scolari non si ferma al vino, notevoli sono anche le grappe prodotte dall’azienda. In particolare, la grappa da vinacce di Groppello, distillata in piccole caldaie a vapore e invecchiata per 18 mesi in barrique di rovere francese Allier, si distingue per complessità e profondità. Accanto a essa, la grappa da vinacce di Lugana, limpida e cristallina, regala un sorso puro e raffinato.
L’ultima cantina visitata, ma non certo per importanza, è stata La Guarda, una realtà a conduzione familiare situata a Castrezzone di Muscoline. Per l’occasione, la cantina ha organizzato un percorso enogastronomico suddiviso in quattro tappe, abbinando a ogni calice un piatto della tradizione locale, sapientemente pensato per esaltare i vini proposti.
Ad accogliere gli ospiti c’era Pietro il figlio del titolare Luigi, giovane e preparato, animato da una profonda passione per il suo lavoro e per la filosofia della cantina. Pietro ha guidato tutta la degustazione presentando il primo vino, Chiaretto, Riviera del Garda Classico, con una composizione particolare, ben 60% di Sangiovese, un vitigno amato dal titolare Luigi, che ha voluto conferirgli un ruolo da protagonista. L’abbinamento è stato una focaccia artigianale, preparata direttamente dall’azienda, con ricotta di capra, pomodorini confit, pesto di basilico e nocciole, il tutto condito con l’olio extravergine d’oliva di loro produzione.
Il secondo abbinamento ha visto protagonista il Groppello, vinificato in purezza e in modo semplice, senza passaggi in legno, un anno in acciaio per preservare appieno le caratteristiche del vitigno, secondo la filosofia aziendale che punta alla massima espressione della materia prima senza sovrastrutture. Nonostante sia spesso associato allo spiedo, in questa occasione è stato proposto con un piatto umile ma gustoso, tipico della cucina contadina, patate e luganega cotte nel Groppello, per un connubio autentico e sorprendente.
La terza tappa è stata dedicata a Sabbioso, un Garda Riserva di Sangiovese in purezza, affinata per tre anni in acciaio e due in legno, che conferisce al vino delicate note vanigliate. L’abbinamento ha celebrato i sapori locali, con una selezione di formaggi dell’Alto Garda accompagnati da confetture artigianali prodotte dall’azienda, cipolla rossa e Groppello, carote e timo, pere, prugne e cannella.
A chiudere il percorso, un assaggio unico, il Groppello Chinato, una vera rarità. La Guarda è la prima cantina a produrlo con questa varietà. Si tratta di una vinificazione aromatizzata con infuso di spezie, alcol puro ed estratto di corteccia di china, lasciato riposare nel vino per circa un mese. Questo vino speciale è stato creato come omaggio per la 60ª vendemmia del padre di Luigi, ispirato dall’assaggio di una Barbera chinata piemontese. L’abbinamento proposto con pezzetto di cioccolato fondente, ha esaltato gli aromi complessi, anche se il Groppello Chinato si presta altrettanto bene anche con abbinamenti salati.