(di Giordana Talamona) È un nuovo e-commerce del vino nato da pochi mesi a Bergamo, tra le province più colpite dal Covid-19. Proprio per questo Winefully di Marcello Russo, ex manager BtoB, per sei anni direttore generale di una multinazionale italiana in Asia, ha dovuto bloccare tutte le consegne fino al 3 aprile. “I ritardi ci sono stati e anche i corrieri più affidabili hanno iniziato a navigare nell’incertezza. – spiega Russo – Winefully ha scelto di chiudere non appena la situazione si è complicata al punto da compromettere l’affidabilità del servizio”.

Diverso dalla maggior parte dei colossi del vino online (leggi i nostri approfondimenti qui, qui e qui), Winefully ha un catalogo riservato a clienti dal medio-alto potere d’acquisto, che non faticano a mettere mano al portafogli per bottiglie che possono superare tranquillamente il centinaio di euro.  Oggi (4 aprile ndr) riapre con grinta e determinazione, dimostrando che si può e si deve andare avanti a proporre vini anche di fascia medio-alta, che qualcuno ha cominciato ad acquistare come beni rifugio. Col suo fondatore, Marcello Russo, facciamo il punto sulle prospettive di un giovane e-commerce come il suo, ai tempi del lockdown.

Cosa vi aspettate con la riapertura dell’e-commerce?

“Ci siamo specializzati in una categoria di vini che, sia per fascia di prezzo (superiore agli 80 euro) che per complessità organolettica, non si presta a un uso quotidiano. Se dunque non abbiamo registrato un incremento significativo della domanda nella prima fase della quarantena, ci aspettiamo un aumento alla riapertura dell’attività, contando sui clienti che, andando incontro all’esaurimento delle proprie scorte di vino “quotidiano”, colgano l’occasione per stappare anche qualcosa di speciale”.

Quali vini da collezione possono diventare dei beni rifugio?

“Quelli su cui puntano maggiormente gli investitori in Italia sono i grandi rossi toscani da invecchiamento, soprattutto nelle loro annate premiate dalla critica internazionale: Sassicaia 2016 di Tenuta San Guido (100/100 Wine Advocate, Decanter e Falstaff), Brunello di Montalcino Tenuta Nuova 2010 di Casanova di Neri (100/100 Wine Advocate), Flaccianello della Pieve 2016 di Fontodi (100/100 Wine Advocate). Continua anche la scommessa nei grandi nomi di Bordeaux, quali Château Lafite, Château Haut-Brion e Château Margaux, che hanno garantito storicamente un rendimento costante”.


Quali scenari si aprono nel dopo emergenza?

“Ci attendiamo una lenta ma positiva ripresa del mercato nel post emergenza legata principalmente a tre fattori: l’aumento dei consumi riscontrato nei giorni di quarantena; il probabile ritardo con cui riapriranno le strutture ricettive e turistiche e, infine pensando ai vini di pregio, la domanda dell’acquisto dei beni di rifugio dovuto al crollo dei mercati finanziari”.

Come cambieranno le abitudini degli italiani?

“Sul medio-lungo periodo, sarà interessante vedere come la quarantena (soprattutto se ulteriormente prolungata) e quindi l’imporsi di uno stile vita più casalingo cambierà le abitudini di consumo delle persone, a prescindere dalla loro capacità di spesa e dalla loro libertà di movimento. C’è sicuramente il rischio che, una volta finita l’emergenza, non solo per timore ma anche per inerzia, facciano fatica a riprendere le vecchie abitudini, ma è anche vero che questo potrebbe essere lo stimolo alla nascita di nuovi servizi e nuove soluzioni in grado di rispondere ai nuovi bisogni dei consumatori”.


Impariamo qualcosa da questa difficile crisi?

“Partendo dal presupposto che la speranza di tutti è che l’emergenza sanitaria rientri gradualmente, bisogna dire che lo scenario è ancora talmente in divenire che risulta azzardato parlare già di lezioni apprese. Il timore è che rimanga, come al solito, un clima generale di sfiducia e di maggior prudenza nei consumi, un’attitudine di certo non favorevole alla ripresa dell’economia”.