Quando si parla di Alchimia e Caput Mundi, non si può non pensare a un viaggio che parte dalle radici della tradizione alchemica per arrivare alla riscoperta di un gusto autentico e naturale. Un progetto che affonda le sue radici nell’esperienza di Giacomo Berti e il suo socio Matteo. Giacomo è un giovane imprenditore che, dopo aver girato l’Italia lavorando come bartender, ha deciso di dare vita a un’idea innovativa nel mondo degli alcolici. Il suo obiettivo? Creare liquori e amari che non solo rispettassero la qualità delle materie prime, ma che rispecchiassero anche una visione più ampia, legata alla sostenibilità, alla purezza e all’autenticità dei sapori.
La storia di Giacomo è quella di un alchimista moderno, che ha deciso di applicare le leggi della chimica alla produzione artigianale al naturale, ma con un approccio che si distacca completamente dalle convenzioni industriali. “Alchimia nasce da me, dopo tanti anni di esperienza come bartender – racconta Giacomo – ho iniziato a sviluppare liquori e amari che usavo nei locali dove lavoravo, circa 8-9 anni fa. Poi, con l’arrivo del Covid, ho trovato un vecchio manuale di Luigi Sala, un liquorista storico, e ho cominciato a studiare in modo approfondito. Ho eliminato tutto ciò che era chimica e ho iniziato a sperimentare.”
Questo è il punto di partenza di un percorso che ha dato vita a un laboratorio, situato a Zevio in provincia di Verona, dove si lavora con una produzione artigianale senza compromessi. In un mondo dove gli additivi chimici sono spesso utilizzati per migliorare la durata e la stabilità dei prodotti, Alchimia sceglie un’altra strada: “Tutti i nostri liquori sono completamente privi di additivi chimici, è una scelta che ci distingue e ci permette di restare fedeli alla nostra idea di purezza e autenticità.”
La filosofia della macerazione lunga, la riscoperta della materia prima e la non filtrazione
La produzione dei suoi liquori si distingue per l’adozione di metodi che rispetta la natura degli ingredienti. Per esempio, Alchimia lavora con macerazioni molto lunghe, che possono arrivare fino a due anni. “Per il nostro vermouth, la macerazione dura almeno un anno in tino e per il Glaciale, il nostro liquore, la macerazione dura ben due anni.”
Ma non è solo il tempo a fare la differenza. Un altro aspetto cruciale della lavorazione di Alchimia è la forte qualità delle botaniche selezionate. “Il nostro obiettivo è lavorare con zuccheri endogeni, quelli naturali delle botaniche – continua Giacomo – questo ci permette di ridurre l’aggiunta di zuccheri esogeni, creando un prodotto più digeribile, con una texture più leggera e un gusto più autentico.”
Una delle caratteristiche che distingue davvero Alchimia è la scelta di non filtrare i propri prodotti. Giacomo è fermamente convinto che la filtrazione rimuova molto della sostanza e della qualità organolettica: “Filtrare il prodotto significa togliere tanto alla materia – afferma – preferiamo preservare la purezza, perché ogni elemento, ogni aroma, deve rimanere nel prodotto finale.”
L’innovazione nelle anfore e la sostenibilità
Un altro tratto distintivo del loro lavoro è l’uso delle anfore per il riposo dei suoi liquori. Questo progetto, frutto di una collaborazione con Tava, è uno degli aspetti più innovativi del suo approccio: “Stiamo sviluppando un vermouth che riposerà in anfora, un progetto che vogliamo definire ‘in perpetua’, l’idea è quella di creare un prodotto che non finisce mai di evolversi nel tempo.” Il processo di affinamento in anfora non solo conferisce al liquore un profilo gustativo distintivo, ma è anche una scelta sostenibile. Alchimia, infatti, punta molto sulla scelta di materie prime biologiche e sostenibili, selezionate con un occhio attento all’ambiente.
Gin e assoluti: la sintesi perfetta delle botaniche
Quando si parla di gin, Giacomo racconta con passione del suo approccio particolare: “Per il gin, utilizziamo gli ‘assoluti’, che sono essenzialmente alcolati concentrati ottenuti da singole botaniche, questi assoluti ci permettono di ottenere un gusto estremamente puro e intenso da ciascuna pianta. Poi, uniamo gli assoluti per creare la ricetta del nostro gin, ma sempre con un’attenzione alla macerazione brevissima, per non estrarre troppa parte zuccherina. L’obiettivo è avere un gin con un profilo aromatico pulito, dove gli zuccheri non coprano i gusti naturali delle botaniche.”
Le due linee: Alchimia e Caput Mundi
Alchimia si rivolge a un pubblico particolare, attento alla qualità e alla sostenibilità dei prodotti che consuma: “Il nostro target è simile a quello dei vini biologici e biodinamici. Sono persone che hanno una sensibilità verso il pianeta, la salute e la qualità della materia prima. Non siamo interessati a entrare nella grande distribuzione, perché i nostri prodotti sono in continua evoluzione e non avrebbero la stabilità necessaria per essere messi sugli scaffali dei supermercati – continua Giacomo – con Alchimia abbiamo rivisitato la scuola classica della liquoristica italiana ed europea, preservando la cultura della macerazione”
Mentre Caput Mundi, raccoglie botaniche provenienti da ogni angolo del pianeta con l’obiettivo di trasmettere culture distanti da noi nella maniera più autentica possibile. “Il nome Caput Mundi nasce proprio dall’idea di unire botaniche provenienti da tutto il mondo e lavorarle nello stesso stile che Luigi Sala ci ha insegnato – spiega – è come essere una tela bianca e decidere di dipingere con i colori che arrivano dalle diverse culture”.
Giacomo aggiunge: “Sviluppiamo anche Private Label, ovvero prodotti su misura per conto terzi, come liquori o gin personalizzati per ristoranti. Tuttavia, ci assicuriamo che ogni creazione rispetti la nostra identità e filosofia, senza forzare nessuno”.
Alchimia, un’estetica che racconta la storia
Il packaging dei prodotti Alchimia riflette questa filosofia di purezza e tradizione. Le bottiglie richiamano lo stile farmaceutico antico, quasi come un tributo alla medicina e all’alchimia, che sono alla base della scienza moderna: “Il nostro packaging vuole ricordare proprio questo legame con l’antichità. La bottiglia, il design, tutto ci parla di un tempo in cui la ricerca delle proprietà delle botaniche era legata all’alchimia, una scienza che, in un certo senso, è stata la madre della medicina moderna.”
La degustazione
Giacomo ha presentato alcuni dei prodotti più rappresentativi delle due linee, guidando un viaggio alla scoperta di sapori e aromi quasi dimenticati e di nuovi gusti provenienti da ogni angolo del mondo.
1492: Un liquore ancestrale, nato dalla macerazione di 3-4 mesi di caco proveniente da un’isola dell’Africa occidentale, dattero e peperoncino calabrese. Dopo una macro-separazione viene aggiunto un 9% di zucchero. È un liquore che richiama lo stile del Baileys, ma senza latte, lavorando invece con gli zuccheri naturali del dattero.
Aroma: Un amaro ancestrale ottenuto dalla macerazione di calamo aromatico, galanga, menta piperita, genziana, macis, pimento, limone, china, chiodi di garofano e arancio amaro. È un amaro che racchiude botaniche provenienti da tutto il mondo, con uno stile aromatico ormai raro e difficile da trovare. Ha un gusto antico, che si è perso nel tempo e che termina con una punta di piccante.
Sofisticato: Vermouth lavorato in stile ossidativo, 40% Recioto della Valpolicella e 60% taglio bordolese proveniente da Sant’Ambrogio. Si lavora molto con il residuo zuccherino del Recioto, creando qualcosa di molto diverso dal classico vermouth piemontese.
Glaciale: Liquore all’anice, uno dei più importanti dell’azienda, ha una gradazione alcolica di 40 gradi.
Manciuria: Liquore ancestrale ottenuto dalla macerazione al 100% di Lapsang Souchong, un tè nero affumicato della regione cinese di Fujian e un 1% di salsa di soia Tamari. Questo è il liquore che più rappresenta Giacomo, su cui lavora da 15 anni e ad oggi è arrivato finalmente a un livello definitivo. Sono stati i primi a portare la tradizione cinese in un liquore.
Il terroir in un amaro
Dare valore al nostro territorio non è solo un compito di chi produce vino ed Essenziale lo conferma. È un amaro che ti fa sentire ed assaporare l’essenza della Lessinia. Fatto con botaniche spontanee della Contrada Cenise a Bosco Chiesanuova, da Maddalena, l’unica artigiana che le lavora. Ogni anno vengono prodotte solo 100 bottiglie, assegnate come premio ai locali con cui collaborano. Ha un gusto unico e profondamente identificativo, che ricorda la menta e la liquirizia grazie all’elicriso.