Il Rapporto Coop 2025 conferma un trend già noto in cantine e birrifici italiani: il mercato globale del beverage sta vivendo una profonda trasformazione, guidata da una nuova cultura della moderazione che supera l’astinenza totale per abbracciare un ventaglio di approcci più flessibili e sfumati. Mentre vino, birra e spirits tradizionali mostrano segni di rallentamento, il segmento low/no alcohol avanza con decisione, sostenuto dalle generazioni più giovani. La sobrietà diventa così scelta consapevole e nuova forma di socialità, dentro e fuori casa.

Lo dice il Rapporto Coop 2025 su stili e consumi degli Italiani appena pubblicato:   +20,3%  le previsioni  di crescita del segmento no alcohol in Italia tra il 2024 e il 2029;  1 su 3  i consumatori della GenZ interessati ad  assaggiare un vino dealcolato;  47%  i consumatori  italiani che pretendono birra analcolica sempre disponibile nei bar e ristoranti.

 Stare lontani dall’alcol non è più un tabù, soprattutto per le nuove generazioni. La moderazione conquista terreno, sostenuta da un’offerta sempre più ricca di birre, vini e spirits analcolici che – parafrasando lo storico slogan Apple – incarnano il nuovo spirito “Drink Different”: un invito a brindare in modo nuovo, intelligente e consapevole. A trainare questo cambiamento c’è il movimento Sober Curious, termine coniato dalla scrittrice britannica Ruby Warrington nel 2018: un approccio che non significa eliminare del tutto l’alcol, ma piuttosto scegliere consapevolmente di interrogarci sul come e perché si beve.

 In un mondo sempre più attento al benessere fisico e mentale, questa filosofia sta trovando terreno fertile: mettere in discus sione le abitudini legate al consumo di alcol, senza necessariamente aderire alla rigida etichetta di “astemi”, permette di sperimentare la sobrietà come possibilità in più, senza rinunciare alla socialità.

Genius-loci-vino-vegano-usa
Genius-loci-vino-vegano-usa

Rapporto Coop 2025: nella GDO la conferma della forza della nuova domanda

 I numeri del report lo confermano. In un mercato del beverage globale dove vino, birra e spirits tradizionali mostrano segni di rallentamento, il segmento no/low-alcohol avanza deciso. Il comparto resta una nicchia, ma gli scenari futuri parlano chiaro: le previsioni indicano per il periodo 2024 -2029 crescite a doppia cifra in quasi tutti i principali mercati europei, segnale di un cambiamento strutturale nelle abitudini di consumo.

Per la Coop è una vera e propria rivoluzione culturale che riguarda soprattutto le nuove generazioni, meno legate al rito tradizionale dell’alcol come elemento imprescindibile di socialità. E l’Italia non fa eccezione: anche nel Paese in cui il vino è da sempre simbolo identitario e rito quotidiano, cresce la curiosità verso le opzioni dealcolate, accanto a birre e spirits “nolo”. Non una rinuncia, ma la libertà di scegliere tra alternative diverse senza sacrificare gusto o ritualità, come testimoniano i 15,4 milioni di italiani che dichiarano di preferire una bevanda no al cohol anche quando potrebbero consumare alcolici.

gdo italiana
gdo italiana

La rivoluzione ha già investito gli scaffali della GDO, dove le vendite di birre e aperitivi analcolici corrono sia a volume che a valore, così come il fuori casa. Secondo un’indagine condotta da Circana, quasi un italiano su due si aspetta che bar e ristoranti offrano sempre birra analcolica, e uno su tre pretende la presenza fissa di vino o spumante senza alcol, segnale di una domanda che non vuole più sentirsi di serie B