E’ stato appena pubblicato il Rapporto Coop 2025 – edizione autunno – sui consumi e gli stili di vita degli Italiani che ha raccolto le opinioni espresse da un folto panel di imprenditori, manager professionisti e comunicatori del settore agroalimentare e della distribuzione. La redazione di Genius Loci fa parte di questo panel.

 Dopo anni di rallentamento, il comparto del biologico torna a crescere più del totale alimentare, trainato da fresco e ortofrutta. La domanda si allarga al Mezzogiorno e i supermercati restano il motore principale della distribuzione: +4,8%  è il tasso di crescita  del comparto Bio in iper e supermercati tra il 2024 ed il 2025;  3,2%  è l’incidenza a valore  del bio sul totale alimentare nel I semestre 2025 e sono ben  4,9 milioni gli italiani che seguono uno stile alimentare biologico.

Il Bio non è più nicchia ma stile di vita, che intreccia salute, tradizione e nuovi valori come climatariano o zero waste. In un’Italia sempre più attenta a benessere e sostenibilità, il biologico diventa simbolo di futuro e fiducia.  Dopo un triennio in cui il comparto  Bio aveva corso a velocità ridotta rispetto al Largo Consumo Confezionato, il 2025 segna la svolta.

Nei primi sei mesi dell’anno, le vendite di biologico in iper e supermercati hanno registrato un tasso di crescita superiore a quello del totale alimentare, riportando il settore in posizione di leadership. Non è solo un dato di mercato: è il riflesso di un Paese che torna a leggere nel cibo un valore identitario e un impegno verso il futuro.

 La ripartenza del Bio si colloca dentro un contesto più ampio: cresce l’attenzione degli italiani per salute e sostenibilità, due parole che ormai vanno a braccetto. Non sorprende che il biologico, percepito come garanzia di naturalità, sicurezza e rispetto  ambientale, torni a correre con decisione. Soprattutto, scegliere Bio significa anche sostenere un’idea di agricoltura più rispettosa del pianeta e della comunità.

Rapporto Coop 2025: al Sud la crescita del biologico è tre volte quella nazionale

Un contributo decisivo arriva dal Mezzogiorno, dove il biologico non è più fenomeno elitario. Qui le vendite a valore crescono di quasi tre volte la media nazionale, segno che la domanda si è allargata anche a territori un tempo meno coinvolti. Il motore della ripresa è rappresentato da fresco e ortofrutta, che guidano l’avanzata di un mercato da 2,2 miliardi di euro, mentre restano più deboli carni, bevande e freddo.

Sul fronte distributivo, i supermercati confermano il loro ruolo centrale, seguiti da iper e discount.

 Ma il biologico non è solo un paniere di prodotti. È uno stile di vita che intreccia valori, identità e nuove abitudini. Chi sceglie Bio tende a preferire la dieta mediterranea, i prodotti locali e la tradizione gastronomica italiana, a dimostrazione di come il benessere non si riduca a una formula salutistica, ma includa autenticità e radici culturali.

Allo stesso tempo, emergono approcci più funzionali e valoriali: dal fit al climatariano, dallo zero waste al riducetariano. Una mappa di pratiche che racconta un consumatore sempre più consapevole, attento non solo a ciò che mangia, ma all’impatto che produce.

 Le prospettive – spiega il rapporto Coop – confermano che non si tratta di una moda passeggera. Milioni di italiani dichiarano di voler aumentare gli acquisti di prodotti biologici nei prossimi mesi. È il segnale che il comparto ha riconquistato fiducia, incarnando salute, qualità e responsabilità ambientale. La strada non è priva di ostacoli.

Il settore dovrà continuare a innovare, mantenendo prezzi accessibili e garantendo standard elevati di certificazione e trasparenza. Ma la svolta è ormai avviata: il Bio non è più nicchia, è il nuovo centro di gravità di un’Italia che vuole unire piacere, benessere e sostenibilità